Su Internet e in contemporanea in spazi pubblici in tutti i continenti. Questa è l'idea alla base di Streaming Museum, una idea finanziata da TED. Dal 3 ottobre al 3 dicembre la prima esposizione è sul tema "Artisti e innovatori per l'ambiente". Il termine streaming identifica un flusso di dati audio/video trasmessi da una sorgente a una o più destinazioni tramite una rete telematica. Questi dati vengono riprodotti man mano che arrivano a destinazione. Gli artisti: John Cage, Cedar Lake Dance, Agnes Denes, Jaap Drupsteen, Buckminster Fuller, Brian Mackern, James Nachtwey, Nunatak, Emanuel Dimas de Melo, Pimenta, Anni Rapinoja, Huang Ruo, Gustavo Santaolalla, Robert Snyder, Jacob ter Veldhuis, and innovative designs for environmental sustainability by Chuck Hoberman and others.
Fonte: pandemia
Fonte: pandemia
Esiste un equivoco di fondo nell'utilizzo delle tecnologie informatiche legato alla ceratività: internet, il pc, lo streaming, la diffusione digitale delle immagini non può sostituire l'esperienza della visita al museo, la visione di un'opera d'arte nelle sue dimensioni originarie, in specialmodo se tridimensionale, la fruizione di un video o di un film nelle dimensioni necessarie e con il sonoro adatto.
RispondiEliminaE c'è un equivoco fondamentale degli ultimi decenni: ci stiamo abituando ad osservare ilmondo e le cose del mondo attraverso un rettangolo che nel migliore dei casi è largo 80 cm in 16:9.
Tutto ciò che succede passa attraverso quei rettangoli. Le dimensioni saltano, come le proprozioni (per quei bischeri che guardano la tv in 16:9 pur se il programma è in 4:3), ma saltano anche i colori (che dipendono dale schede video e dai monitor), come salt la profondità degli spazi e la partecipazione all'evento interattiva (leggasi presenza alla mostra o all'evento).
Dall'altra parte c'è l'enorme potenzialità di diffusione gratuita del proprio messaggio nonchè la possibilitàper chiunque di fruire di cose e fatti altrimenti non raggiungibili.
Non a caso l'e-commerce nasce per le zone lontane degli USA, un po' la versione moderna del nostro caro Postal Market o Vestro, e quindi nasce come soluzione ad un problema, diventando oggi invece l'alibi per l'isolamento di coloro che, pur potendo, preferiscono rinchiudersi davanti al rettangolo illuminato.
Ben venga quindi lo streaming, e ben vengano tutti i siti di diffusione dell'arte e delle idee, ma con la prescrizione che il rettangolo, almeno fino a che non avrà dimensioni, rislozione e qualità paragonaibili alla realtà delle cose illustrate, è uno strumento non sostitutivo ma un palliativo ale difficoltà.
Hai ragione fucsiaman la società di oggi è poco disposta al dialogo e alla relazione sociale diretta. Speriamo solo di non fare la fine di Matrix, dove si vive e si muore sul "web"... vedi Second Life; il web crea una barriera, crea forza e nessuno si sente giudicato per quello che è o che fa... tanto può cambiare quando vuole. La trilogia di Matrix, ad esempio, offre molti spunti di riflessione per una rilettura del/sul presente. In altre parole, seguendo la creazione e realizzazione del film, a partire dal presente si propone un'immagine del futuro che ci offre la possibilità di mettere meglio a fuoco, ancora una volta, il presente. Del resto, la visione del futuro in cinema e letteratura va di pari passo con la percezione che abbiamo di quel momento nel presente. Philip K. Dick, ad esempio, scrive negli anni '60/'70 e descrive scenari apocalittici di sovrappopolazione, invasione di rifiuti, problemi di identità che in effetti meriterebbero un'attenzione particolare perché in molti casi si stanno avverando, ma "fallisce" quando non è capace di prevedere un'evoluzione dei computer al di là delle macchine della sua epoca, quelle che occupavano un'intera stanza e lavoravano con schede traforate. In Matrix si nasconde l'attuale sistema sociale falso e ipocrita, la violenza, l'assenza di carattere e personalità, mancano le sfumature e la religione\destino. Certo Matrix è più videogioco che opera cinematografica, più artificio che realtà, pur futuristica. Eppure la fantascienza ha spesso mostrato che l'approfondimento psicologico e la visione del futuro possono benissimo convivere (Qualche titolo? 2001 Odissea nello Spazio, Arancia Meccanica). Gli eroi di Matrix, sembrano mostrare un'insensibilità nei caratteri che mi fa davvero riflettere se si azzarda un confronto con la società di oggi.
RispondiEliminaCiao myartistic, così mi piaci, già bello tonico e in movimento a quest'ora, del resto i
RispondiEliminacacciatori di idee non hanno momenti di sosta perchè ogni momento può dare il giusto
imput e far scaturire la novità, buon lavoro.
Matrix, il film e non Mentana, è un prodotto spettacolare per far vedere quanto sono bravi con i computer gli scemeggiatori americani.
RispondiEliminaMolto diverso e per alcuni versi interessante, il film di Salvatores "Nirvana".
Anche Cronenberg ha fatto incursioni nella futurscienza (mi copieranno anche questa definizione prima o poi) con il bellissimo Existenz in cui le appendici informatiche sono fatte di materia organica (succederà, eh se succederà) e quindi inglobano le pulsioni del corpo su cui agiscono.
Second Life è una Primitive Life. Una cosa vecchissima, un giochino per psicopatici. Chi prima andava a puttane sul viale ora rincorre emozioni in SL. Lo scopo è sempre lo stesso: evitare di guardarsi dentro e risolversi i propri problemi.
I viaggi di Schwarzenegger in Atto di Forza, però, sempre di Dick, prevedono strumenti subliminali che agiscono sulla coscienza dell'individuo per trasportarlo in scenari desiderati. Un DVD implicito nel cervello per andare dove si vuole senza muoversi. Una Third Life....
Certo del Matrix di Mentana è meglio non parlare!!! Con registi come Salvatores facciamo un bel salto in avanti...
RispondiEliminaTutto poi per cercare forse un'immortalità, che la vita "normale" non ci offre. Certo che se la tecnologia, "messa a disposizione della massa", va avanti di questo passo, penso proprio che le tue prospettive futurscientifiche (se mi permetti l'uso ;-) si avvereranno molto prima di quanto pensiamo, un po' come Philip K. Dick.
La vita gira anche dentro un rettangolo, tutto serve...
RispondiEliminaL'importante è non fermarsi solo a quello! ciao
A me il Web sembra anche interessante, bisogna vedere quanto è largo l'ingresso perchè ultimamente sono un pò sovrappeso. :-D
RispondiEliminagp, spero tu non sia in 16:9, magari prova col 4:3.....
RispondiEliminaDevo molto al web... Di certo è una dipendenza difficile da staccarsi ma ovviamente la vita non è questa, la vita deve essere reale non virtuale! Un saluto
RispondiElimina...magari fosse così semplice ;-)
RispondiElimina...Sono spaventosamente presuntuoso e credo che nessun sistema almeno per gli anni che mi rimangono da vivere, possa modificare il mio modo di essere.
RispondiEliminaTemo altresì che i sistemi informatizzati e l'incalzante globalizzazione porteranno le persone ad una personalità sempre più piatta e la cosa che mi fà rabbrividire è che ritengo possibile che l'umanità si racchiuda di propria volontà in un guscio per vivere una vita artificiale magari più lunga ma infinitamente meno interessante di quanto non sia possibile ora.
Io però non permetterò che questo succeda a me, parola di un vecchio pazzo del blog.
Per me il problema non sussiste:
RispondiEliminala televisione,non la guardo quasi mai,ed al computer ci stò solo quando ho tempo
e voglia!
@paola ...allora sei una donna con la clava!
RispondiEliminaLa clava l'ho abbandonata,perchè mi sono evoluta...
RispondiEliminaMa neppure l'evoluzione mi ha plagiata e piegata...
Beh certo, internet permette a molti di mostrare ciò che in realtà non si è, permette di cambiare personalità con un log in, a volte fa emergere l'io che normalmente viene tenuto sotto coperchio... e via dicendo. Dipende sempre come viene usato un determinato strumento, concordo con gp4971, che il mio stile di vita è già a limite così perchè mi rendo conto che sono dipendente da internet etc, ma non sarà mai differente (in senso peggiore) da questo. Per ora è così, quando sarò stufo, spengo tutto e controllerò la posta ogni tanto!
RispondiEliminaOk.
RispondiEliminaIo confesso:
sono completamente risucchiata da questo meccanismo perverso ( :)) ).
Passo, di fatti, MINIMO 10 ore al giorno sul web, per lavoro e per piacere personale.
E riesco ad essere molto più "vera" qui che nella vita reale. :)
Condivido con la maga... e comunque, tanto per precisare... :D "mi spezzo ma non mi piego" nel senso che non scendo a compromessi con me stesso! Buona serata
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