Si può dipingere il "Silenzio"?
Un esempio sono le opere di Felice Casorati, silenzio inteso come pulizia. Silenzio metafisico interrotto da una luce fredda e tagliente. Realismo analitico immerso in un'atmosfera di magia che evoca una dimensione esistenziale ulteriore. Precisione di contorni, esattezza costruttiva, rigido impianto prospettico. "Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose immobili e mute, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi, la vita di gioia e non di vertigine, la vita di dolore e non di affanno" Felice Casorati.
"Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio"
Più ne capiamo il significato, più realizziamo la verità di questo detto. Silenzio indispensabile.
"Conchiglia, da dove viene il tuo prezioso contenuto? Dal silenzio; per anni e anni le mie labbra son rimaste chiuse". (poeta indiano)
Silenzio come pace, tranquillità e meditazione.
"Conchiglia, da dove viene il tuo prezioso contenuto? Dal silenzio; per anni e anni le mie labbra son rimaste chiuse". (poeta indiano)
Silenzio come pace, tranquillità e meditazione.
Ma c'è un altro tipo di silenzio il rumore muto assente, espresso in maniera incisiva e forte dall'urlo di Edvard Munch. Il silenzio inaspettato di questa opera crea angoscia, attesa in quel grido che non udiremo mai... il grido interiore!
Post realizzato da myArtistic Blog Design
Atelier creativo di Padova che oltre a gestire un blog d'Arte e Design realizza decorazioni su mobili antichi restaurati e crea pezzi innovativi con arte, design e tecnologie all'avanguardia.
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Quando frequentavo la scuola di reflessologia durante l'appello nessuno doveva dire assente al posto di chi non c'era!
RispondiEliminaAlfredo ... " IL MAESTRO "
si arrabbiava con chi rispondeva
...proprio perchè si doveva percepire la Sua ASSENZA
Ma è vero Ombretta, sembra una barzelletta?
RispondiEliminaIl silenzio quale espressione della calma interiore e immaginabile come un colore profondo e caldo
RispondiEliminaIl silenzio quale dolore immaginabile con un colore squillante rosso per esempio
il silenzio quale indifferenza non ha colore
Ciao myArtistic bellissimo post, come sempre del resto buona serata a te e ad Ombretta e ovviamente a tutti coloro che interverranno
Certo che è vero !
RispondiEliminaEsiste una realtà ANCHE al di fuori del web
ALTRETTANTO
varia ,pittoresca e profonda !!!
Questa Realtà Quotidiana
si Diversifica dal web
in un modo sostanziale :
è aperta a Tutti
ma non è per Tutti
perchè è Discreta e Silenziosa
COME vorrebbero ESSERE
LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DELLE PERSONE
SE PRESE "A TU PER TU"
Quando vedendo un quadro non provi emozione... non ti resta che tacere.
RispondiEliminaScherzo!!
"Il silenzio è l'unica arma per arrestare tante parole a vanvera!!!
Arma in grado di trasformare una parola vuota in una parola autentica."
... deve averla detta un importante PITTORE ...io ora non ho tempo di cercare se la trovo vi informo!!!
Mi hai perso un commento...grrrrrr
RispondiEliminache commento ti ho perso fucsiaman?
RispondiEliminaquello sul silenzio.... era anche lungo
RispondiElimina:-(
mi dispiace fucsiaman... ho scritto questo post anche per sentire il tuo parere, che è sempre gradito in questo "umile" blog!!! Purtroppo non ho ricevuto nessun tuo commento da moderare, che non abbia già pubblicato, ho controllato... in memoria non c'è... probabilmente ti sei dimenticato di inviarlo, se hai tempo e pazienza di riscriverlo... mi farebbe molto piacere...
RispondiEliminaNo, ora non ricordo cosa avessi scritto di preciso. Citavo Ottone Rosai, Blochin, De Chirico ma anche alcuni "neri" di Burri.
RispondiEliminaIl silenzio degli occhi delle opere di Lucian Freud, gli astanti di Hopper, certi allestimenti di Ed Kienholz (Sollie 17 ad esempio)
http://chawedrosin.files.wordpress.com/2008/05/sollie-17.jpg
grondano silenzio da ogni fotone...
Il silenzio è un risultato del quadro, non un soggetto. Solo alla fine ci si accorge se il lavoro evoca silenzio o se parla altrimenti....
Grazia fucsiaman... per la tua pazienza! Ho guardato tutti i pittori che hai gentilmente postato, concordo con te che "grondano silenzio da ogni fotone..."!!!
RispondiElimina@ fucsiaman
RispondiEliminaIl silenzio può essere come dici tu il risultato di un quadro.
Ma un artista può anche partire con l'esigenza di dipingere un quadro che crei una sensazione di silenzio all'osservatore.
Se come dici tu l'arte non può separarsi dalla ragione... l'artista dovrebbe pensare prima a cosa vuole comunicare con quell'opera... o no?
@fedex: si certo, ma il risultato poi ti dirà se hai fallato o meno.
RispondiEliminaMettiamola in quest'altro modo.
Pur se il silenzio è il soggetto del quadro, diversamente da altri soggetti è molto difficile avere una sensibilità tale da poterlo rappresentare scientemente. Ciò non vuol dire che non si debba avere un "progetto" silenzio, ma solo che è alla fine, nonostante tutto che ti accorgi se ci sei riuscito o no. La ragione entra nella decisione. L'efficacia è solo il risultato.
A volte parti con altri "ragionamenti" ed alla fine del lavoro ti accorgi di aver fatto una cosa diversa o che l'emozione che essa evoca non è quella di partenza ma un'altra. Non credo che Hopper volesse evocare il "silenzio", ma di fatto, guardando le sue cose, la prima che salta al cervello è l'atmosfera di immobilità statica, quindi anche silenzio, che emanano i suoi dipinti.
Ed Kienholz nella sua Sollie 17, non ha assolutamente l'intenzione di parlare del silenzio, eppure, pur riuscendo a parlare di ciò che voleva (la contingenza dello stato indigente di certi anziani, la vita che va, ecc) non si può negare che quelle stesse cose evochino silenzio.
Per questo dico che, pur conservando l'uso della ragione a motivazione di qualcosa, capita più che il silenzio fuoriesca da cose parallele piuttosto che da un vero e proprio progetto.
Il bello dell'Arte è anche questo, no?
@ fucsiaman
RispondiEliminaCerto, il silenzio può uscire da cose parallele, ma il dipinto è sensazione, sensazione creata sostanzialmente dall'occostamento di colori; la composizione, le linee servono a controllare il colore, come lo scultore toglie materia e crea la sua opera, il pittore aggiunge materia (colore) ad una tela bianca, per creare il suo dipinto.
“Dipingere estraendo dal colore è un mistero. Per sfiorarlo occorre un atto conoscitivo nella sfera della creazione cosciente mediante osservazione animica”. Contemplare il colore in un profondo silenzio interiore, sino a sentirlo vivo e presente, quasi a toccarlo, in tutto il nostro essere, per poi giungere a percepire, in piena coscienza, quali altri colori esso richiama e come vuole muoversi in rapporto ad essi. Nel cerchio di Goethe i colori si susseguono, ma mentre alcuni sono adiacenti altri sono intervallati fra loro. Ciascuno di questi intervalli ha una sua precisa risonanza: “Klang”. Le risonanze suscitano nell’anima ben definite sensazioni. E’ una musica di colori che dispiega il suo canto. Gli intervalli costituiscono una parte di primaria importanza nella pittura, le conferiscono il senso, la vita. Ma non vanno applicate qua a là a caso, tanto per risvegliare emozioni: ognuna deve avere una propria giustificazione ed inserirsi armoniosamente nell’insieme, per suscitare quindi l'emozione prestabilita.
@fedex: non ho mai detto che il colore non abbia l'importanza ed i riflessi che tu giustamente hai esaltato.
RispondiEliminaRilevo solo che:
1) Arte non è solo dipinto
2) Dipinto non è solo colore
3) Dipinto non è solo sensazione
Dovremmo escludere dall'Arte allora tutti coloro che hanno utilizzati mezzi alternativi ai dipinti, nonchè colorazioni in scala di grigio (che si sa non è colore). Oppure, se è vero che il dipinto è sensazione indotta dai colori, dovremmo smettere di fare cose "ragionate", demandando a libere pennellate (pur nell'accostamento giusto dei colori) la sola funzione di rappresentare l'Arte.
No, non credo che si possa racchiudere il fare Arte in alcuna categoria.
Io ho sempre parlato di ragione come motivazione e coscienza del fare, di ciò che si va a fare, proprio per distinguere l'arte dalla decorazione che, a parità di tema riprodotto, ha una finalità secondaria (l'abbellire) e quasi sempre non ha un pensiero alle spalle che giustifichi il tema, salvo appunto il fatto che sia più o meno utile all'immagine del luogo dove si va a collocare.
Credo che all'Arte ci si arrivi, non che si parta da essa. Occorre sempre avere un percorso culturale che dica il perchè di ogni nostra scelta, qualsiasi essa sia.
L'emozione non è sufficiente a giustificare l'artisticità di un oggetto. La tecnica quantomeno. Rimangono oggetti "vuoti" di senso. Decorazioni.
E' molto più "arte" un animale riprodotto sulle pareti di una caverna primitiva di un paesaggio dipinto oggigiorno.
Nel primo caso alle spalle del "pittore" c'era un rivoluzionario atto di sdoppiamento della realtà finalizzato al "racconto" o all'omaggio del vissuto, con una forza spirituale non indifferente. Nel secondo c'è solo la volontà di produrre una copia esamine di una realtà alrimenti visibile in qualsiasi modo, con il semplice scopo di decorare un muro. Manca completamente ogni afflato spirituale, ogni senso logico, ogni ragione del fare.
Il mondo è pieno di ritrattisti bravissimi che pensano che il loro modo di lavorare sia il migliore in quanto vendono e la gente è contenta. Non si pongono domande sul perchè fanno questo. La loro Arte è solo praxis. Non sanno ciò che fanno. E, come disse uno un po' di tempo fa, dovremmo solo perdonarli, perchè non sanno quello che fanno.
Ma non pretendano di chiamarsi artisti però....
@ fucsiaman
RispondiEliminaQuello che volevo dire è che l'accostamento di alcuni colori crea una determinata sensazione, il silenzio ad esempio è trasmesso dal nero "crepato" di Burri o dai freddi di Hopper ecc... il pittore era cosciente che utilizzando determinati accostamenti, colori, composizioni, creava un'opera silenziosa fatta di attesa, spaesamento.
Sono pienamente d’accordo con te, l'Arte non è solo dipinto, in questo post però si parla di dipinti.
Il dipinto non è solo colore, ma è colore (compresi i due "non colori" bianco e nero).
Il dipinto non è solo sensazione, ma senza quest'ultima che cosa sarebbe?
Chi dipinge un paesaggio o un ritratto pari a ciò che è, non è un'artista, è proprio per questo che l'arte contemporanea è poco capita e compresa dalla massa, una volta l'artista "usufruiva" dell'immagine per trasmettere il proprio messaggio, sostituendo la fotografia, la stampa. Oggi l'artista forse può esprimersi più liberamente, cercare qualcosa di nuovo, utilizzando anche i nuovi materiali; scomparirà anche la tela... prima o poi!
Quello che resta è la composizione, il colore, la forma, ma soprattutto l'idea, il messaggio, la sensazione e la parte di sé che abbiamo impresso in quell'opera.
Esatto, fedex, piena libertà espressiva e (almeno) tentativo di farsi comprendere dal fruitore. Poi ci sono i cataloghi, i critici, c'è l'artista stesso che supplisce la carenza di chiarezza.
RispondiEliminama chi ha mai detto che un'opera d'arte debba essere chiara?
Anzi, quanto più è chiara tanto più c'è stato poco allontanamento dell'artista dal "senso comune" delle cose.
Il dipinto, allora, è solamente un media, un tramite, tra noi e chi vede (o tocca). Non è solo sensazione come non è solo raziocinio.
Non è "solo"....
E quel che resta dell'Arte sarà infatti l'idea ed il concetto che l'hanno ispirata.
Ma molto mondo accademico resta legato a categorie estetiche ben lungi da questo concetto.
L'arte viene ancora considerata il regno del "bello" e la sua funzione ancora "estetica".
Così facendo l'Arte muore. ma per lavorare con le idee occorre anche avere un cervello che le elabori. E la maggiorparte degli artisti ha solo mani....
@ fucsiaman
RispondiEliminaSono pienamente d’accordo. Il problema è che la nostra Arte a qualcuno deve pur piacere per sopravvivere sottostando al giudizio dei critici.
Poi dipende tutto dall’artista stesso:
- Dipingere per trasmettere agli altri ciò che a parole non riesce a dire, dando importanza anche a tutte le persone “meno” sensibili, “estetiche”.
- Dipingere fregandosene di tutto e di tutti, per una ristretta “fascia” di persone.
L’Arte oggi però, secondo me, deve ancora trovare il modo per entrare nella vita di tutte le persone, una volta c’era la Chiesa e i nobili. Anche la persona più modesta entrando in una chiesa, poteva osservare l’importanza e la grandezza di un’opera. Oggi la massa è bombardata dai midia, dalla pubblicità, dall’immagine grafica, siamo più ignoranti di “bellezza” di un povero del ‘500!
ahi, riecco la parola "bellezza"... No, siamo circondati di "bellezza". Basta uscire di casa e incontri belle e belli che nel '500 neanche avresti sognato di vedere sui visi goffi e sui corpi gonfi delle bellezze d'epoca.
RispondiEliminaOgni commessa, segretaria, cassiera, professionista è più bella della più bella delle nobili di una volta.
Ogni calciatore, attore, medico, autista, è più bello del più bello dei reali dell'epoca.
A parte qualche sparuta eccezione.
La bellezza è intorno a noi ovunque. Da ogni media. Viviamo la società "più bella" di sempre.
Ecco perchè l'arte deve occuparsi di altro. Sarebbe fatica sprecata e un epigonare la realtà circostante.
Fare "bellezza" e basta, oggi, equivale a fare un paesaggio, un ritratto una decorazione sul muro.
La vera "bellezza" del terzo millennio è l'uso del cervello.
Un giorno se ne accorgerà anche l'arte.
Io faccio ciò che voglio, e lotto per affermarlo agli altri. Nonostante critici, pubblico, curatori. Chi mi ama mi segua.
L'uomo supera gli animali con le parole,ma...con il silenzio supera sè stesso.
RispondiEliminagian genta
L'opera "L'URLO" racchiude tutta la tristezza nell'uomo. Quando l'uomo è triste dentro di sé si vede in questo modo , il quadro vuole spiegare che dobbiamo essere sempre felici di quello che ci può accadere e che ci può accadere del peggio . Sono molto entusiasta di aver visto questo quadro che per me è un onore vedere un quadro di un certo genere e livello . Chi ha messo questa foto su questo sito è stato eccezionale . Voglio salutarvi a tutti d'anonimo .
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