27.12.08

27.12.08 & SO ON credenza entroilluminata di Nanda Vigo.


& SO ON, credenza entroilluminata con luci al neon colorate. Di Nanda Vigo per Galleria Clio Calvi-Rudi Volpi. Spiega Nanda Vigo: "Esacerbando attraverso l'illuminazione il suo decoro artigianale, ne evidenzia l'impossibilità di produzione odierna, facendo assurgere a scultura totemica e valorizzando invece il suo pensiero retroattivo".

Dice della Sua arte Silvana Annicchiarico:

"Come un filo di neon piegato su se stesso fino a farsi alfabeto e parola. Il nome di Nanda Vigo non riesco a immaginarlo che così, come lei stessa l’ha scritto nel percorso complesso del suo Light Project: nandavigo. Scritto con la luce. Guizzante di luce. Luce di senso, luce di sensazione. Pochi altri “artisti” del nostro tempo hanno saputo usare la luce come ha fatto Nanda Vigo in quasi mezzo secolo di attività: a cavallo fra arte, architettura e design, fautrice di quella “integrazione delle arti” che certi conservatorismi avrebbero voluto mantenere ben distinte e separate, Nanda Vigo ha sempre perseguito un’idea del fare artistico progettuale capace di coinvolgere l’utente/spettatore in una ridefinizione esperienziale del proprio vissuto. I suoi Cronotopi, così come i suoi Stimolatori di spazio, sono prima di tutto spazi che si vivono. Non che si vedono, non che si sentono, non che si usano. Ci penetri dentro e subito ti trovi alle prese con una pratica illusionistica che riplasma lo spazio e il tempo, e che usa i vetri e gli specchi per immergerti in una sorta di liquido amniotico in cui la luce è tanto più determinante quanto più è sospesa e impalpabile, ubiqua e imprendibile, segreta e sfuggente. Tra riflessi e trasparenze, Nanda Vigo lancia sulla scena razionale del progetto la provocazione di un melting pot linguistico ed emozionale che viene da lontano (forse, anche, dalla sua personale frequentazione con grandi maestri dell’arte novecentesca come Piero Manzoni e Lucio Fontana) e che contamina il feticismo funzionalista di certi progettisti con ibridazioni e meticciati mai ovvi, mai prevedibili, mai risaputi. Il design ne guadagna, non ne esce imbastardito. E l’arte ritrova nel gesto di Nanda Vigo il sapere e il sapore antico dell’artigianato d’alta scuola, e il rumore del lavoro di bottega e del trucco di officina. Ospitare le sue opere in una mostra che si colloca nel ciclo di esposizioni generate dalla Collezione Permanente del Design Italiano della Triennale di Milano è molto più che un atto dovuto. È un omaggio, un rilancio, un’occasione. Forse, a suo modo, anche un tentativo di “fare luce”."

Dice di Lei Dominique Stella:

"Nanda Vigo è un personaggio unico nella storia dell’arte contemporanea. A partire dagli anni sessanta ha influenzato una generazione di artisti e di designer con l’esemplarità del suo lavoro, scegliendo la costante originalità e il rinnovo continuo, lontano dagli stereotipi e dai marchi di fabbrica. All’applicazione sistematica di formule di successo ha sempre privilegiato la sperimentazione, estendendo la sua curiosità a una ricerca profonda che, per il suo approccio e le sue radicali prese di posizione, la identifica come artista: performance, installazioni, happening fanno parte del suo linguaggio artistico, parallelamente a un’attività di architetto che l’ha portata naturalmente verso il design. È curioso constatare come la nostra società, apparentemente così libera, abbia raramente concesso agli artisti una notorietà in ambiti tanto complementari quali l’arte, l’architettura e il design. Spesso si accetta il riconoscimento in una sola disciplina. Prendiamo l’esempio di un maestro tanto celebre come Le Corbusier, adulato come architetto, tollerato come designer e assolutamente non riconosciuto come pittore, benché si sia dedicato con costanza a questa forma artistica, producendo un’opera che è rimasta per lo più in ambito privato. La molteplicità del lavoro di Nanda Vigo tocca questi tre ambiti con uguale successo. La sua attitudine di ricercatrice ostinata si esprime nelle tre discipline, operando in uno spirito di complementarietà."

Nanda Vigo: www.nandavigo.com
Galleria Clio Calvi-Rudi Volpi: www.cliocalvirudyvolpi.it
Triennale: www.triennale.it

Fonti: giornale AD ° COLLECTORS (supplemento al N. 331 di AD); Nanda Vigo - Light is life -;

7 commenti:

  1. superba la forma...evidenziata dal gioco di colori...le tinte scelte molto particolari ma bellissime...e poi mi riporta ad un pensiero felice...bravi

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  2. A Te piace????

    Oggi vorrei farti questa domanda, posso??

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  3. L'Arte o in questo caso design concettuale non è bellezza, a mio parere non deve piacere, ma deve trasmettere concetti, evidenziando l'impossibilità di produzione odierna e quindi valorizzando il pregio e l'unicità del mobile antico.

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  4. @ fucsiaman:

    Come sfruttare questa idea per creare qualcosa di ancora più particolare... ?

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  5. come? Cambiando idea. Se già esiste come fai ad essere particolare con la stessa cosa?
    Credo che oggi la particolarità stia nella cura esasperata del disegno e del particolare, nell'intarsio, nel materiale, nel colore e nell'inserzione di elementi tecnologici elettronici utili, quali televisore, schermi per pc, stereo, lettori mp3 integrati nel mobile ecc. Ci vuole una grnade ricerca però. bello sarebbe un mobile che cambia colore a seconda dei gusti, ma occorre ricoprirlo con supoerfici tecnologiche costosissime se pure esistono. Siamo quindi a un bivio insuperabile: troppo avanti per la mobilia legnosa o tradizionale, troppo indietro per poterla sostituire.
    Si rimane quindi nel solito design che è soggetto al solito "piace o non piace". Pura estetica. Forse con le fibre ottiche......

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