Progetto fotografico “AuthentiCity” realizzato in collaborazione con School of Visual Arts (SVA) di New York e rivolto ad artisti internazionali studenti o ex allievi SVA.
Caroline Shepard (Vincitrice)
Età 41, Brooklyn, NY (USA)
Caroline Shepard ha conseguito un BA al Sarah Lawrence College e ha lavorato come fotografa freelance, specializzandosi nella ritrattistica di musicisti tra cui David Byrne, Johnny Cash, Joe Jackson. I suoi lavori sono stati pubblicati su autorevoli testate tra cui: The New York Times, New York Magazine e hanno partecipato a mostre nazionali e internazionali. Influenzata dalla storia della pittura e ispirata dal potenziale della tecnologia digitale, ho studiato come reimmaginarela ritrattistica contemporanea. Volevo comunicare con il pubblico attraverso un linguaggio visivo già consolidato, ma in modo da apportare una prospettiva contemporanea ai miei soggetti, che sono soprattutto donne fra i trenta e i quarant’anni. Con i miei riferimenti, diretti o impliciti, alle opere di pittori del passato, spero di riuscire a dimostrare che i nostri rituali non mutano necessariamente. Sebbene lecircostanze storiche possano essere profondamente diverse, l’arte spesso descrive ciò che ci rende intrinsecamente umani. Le nostre emozioni, esigenze, frustrazioni e aspirazioni spesso rimangono immutati;quel che cambia è come noi, pubblico contemporaneo, guardiamo e interpretiamo ciò che vediamo.
vedi finalista...
Caroline Shepard ha conseguito un BA al Sarah Lawrence College e ha lavorato come fotografa freelance, specializzandosi nella ritrattistica di musicisti tra cui David Byrne, Johnny Cash, Joe Jackson. I suoi lavori sono stati pubblicati su autorevoli testate tra cui: The New York Times, New York Magazine e hanno partecipato a mostre nazionali e internazionali. Influenzata dalla storia della pittura e ispirata dal potenziale della tecnologia digitale, ho studiato come reimmaginarela ritrattistica contemporanea. Volevo comunicare con il pubblico attraverso un linguaggio visivo già consolidato, ma in modo da apportare una prospettiva contemporanea ai miei soggetti, che sono soprattutto donne fra i trenta e i quarant’anni. Con i miei riferimenti, diretti o impliciti, alle opere di pittori del passato, spero di riuscire a dimostrare che i nostri rituali non mutano necessariamente. Sebbene lecircostanze storiche possano essere profondamente diverse, l’arte spesso descrive ciò che ci rende intrinsecamente umani. Le nostre emozioni, esigenze, frustrazioni e aspirazioni spesso rimangono immutati;quel che cambia è come noi, pubblico contemporaneo, guardiamo e interpretiamo ciò che vediamo.
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