In questa puntata il protagonista è Fenice in regia della DE MAJO.
Fantastico uccello mitologico, simbolo della rinascita, strettamente connesso al culto del Sole. Ne esiste sempre un unico esemplare maschio; vive in un’oasi appartata ed introvabile nutrendosi di incenso ed essenze odorose. A volte visita Heliopolis, di cui è l’uccello sacro, e si posa sull’obelisco all’interno del santuario del tempio del Sole. Allo scadere di 500 anni costruisce un nido con rami di mirto, incenso, cannella, mirra ed altre essenze odorose, che al calore del sole si incendiano e tra i soavi profumi da esse sprigionati la Fenice muore cantando una melodia tale da far fermare il carro del Sole. Dalle ceneri un uovo, dal quale in capo a tre giorni nasce un nuovo uccello Fenice. A Venezia, vista la facilità con cui andavano a fuoco i teatri, venne scaramanticamente chiamato “La Fenice” il teatro di Giannantonio Selva, costruito nel 1790, ed in effetti come il mitico uccello esso è per ben due volte risorto dalle proprie ceneri. A noi piace l’idea di intendere questo mito con l’originario significato di buon auspicio, beneaugurante, di rigenerazione positiva che esso incarnava nella religiosità egiziana. Anche per la sua rappresentazione abbiamo, per quanto possibile, cercato di attenerci alle descrizioni che di esso hanno fatto gli antichi autori a partire da Erodoto che lo descrive come un uccello dalle fattezze di un aquila, le cui piume sono di color dell’oro brillante e rosso. Una Fenice che rinasce dal suo nido ancora in fiamme con segnate sopra di esso l’idea del ciclo astronomico delle stagioni ed in alto il sole di cui ne era l’emblema.
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