28.1.09

28.01.09 Jole Caleffi tra poesia e arte “Nuovi cieli e nuova terra”

“Nuovi cieli e nuova terra”

“Il cielo stellato
è di cristallo fuso:
era così nell’Eden.
Ora risplendi
nel mio pensiero”.

"E’ un frammento, significativo, di una poesia di Jole Caleffi, dedicata ad un amico, dove sono evocate, quasi rapite, immagini trasognate che scolpiscono nella mente i segni di antiche visioni del mondo. Dalla poesia all’arte il percorso della creatività dell’artista si fa azione: le opere della Caleffi, infatti, suggeriscono ricerche di indagine sul rapporto spazio – forma / linea e ritmo / colore-contenuto. Tutte categorie che costituiscono il lessico fondamentale della grammatica dell’arte e diventano la tavolozza ideale dell’artista per scoprire ed inventare nuove soluzioni, soprattutto, in senso metaforico e performativo. E’ la realizzazione di campi visivi che, come un caleidoscopio, in modo circolare, si materializzano in figure geometriche che, con rinnovate energie, vengono proiettate nel vortice misterioso dell’infinito cosmico. Nella ricerca di “nuovi cieli e nuova terra” si avverte una sofferenza esistenziale, una esigenza di dare delle risposte, di superare una opprimente limitazione degli eventi, che condizionano e vincolano la nostra esperienza quotidiana. Si coglie nella struttura compositiva dell’artista una lettura intimistica: la magia dei colori e delle geometrie quale conforto psicologico al senso della precarietà e dell’incertezza dell’esistenza. Tutto questo è altrettanto espressione di un sentimento religioso del mondo: un sentimento fatto di silenzi e di ascolto delle “atmosfere” celesti, quasi il voler ritrovare una musicalità primordiale, dove l’uomo è realtà spirituale e testimone eterno del tempo della vita. Caleffi, per la sua ricca formazione artistica, teatrale e letteraria, tra le prime laureate al Corso di laurea in Arte del DAMS dell’Università di Bologna, ci offre una preziosa opportunità: leggere con gli occhi della mente l’utopia degli universi impossibili per ritrovare in noi quell’Eden luminoso, stella polare e sogno vivificante del destino dell’umanità. Le immagini delle sue opere si trasformano, quindi, in sequenze didattiche per un apprendimento non dottrinale e ci sottopongono nuovi modelli di ricerca, quasi una nuova esigenza ermeneutica delle sacre scritture, quelle stesse che hanno parlato di “nuovi mondi” solo con lo sguardo della trascendenza e della devozione assoluta. La Caleffi tenta, invece, attraverso l’arte, forme nuove di comunicazione, con intenti non celebrativi, ma antinomici e dicotomici, senza oscurare il significato più puro di esistere e di esistenza come microcosmo, specchio di focalità nascoste dei sentimenti e della realtà effettuale. E’ il mito di Prometeo che ritorna e che la Caleffi sembra voler ri-considerare, quale antidoto ai rischi di una crisi di identità e di civiltà, soprattutto per aiutarci e liberarci dalle ipocrisie sociali, dalle menzogne ideologiche e dalle conoscenze globalizzanti e dogmatiche." Prof. Franchino Falsetti

2 commenti:

  1. Belle poesia piccola ma profonda.
    Le stelle diventano cristallo!!!

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  2. Ciao...Sensibilità..

    l'arte la poesia,l'estetica e molta fantasia, vanno di pari passo.
    Per creare giocano infatti, molte componenti emotive!!
    buon pomeriggio!

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