L'arte contemporanea è sempre alla ricerca di nuovi materiali... di nuove tecniche. L'artista "contemporaneo" oggi crea concetti, sensazioni, idee e impatto visivo. Un percorso concettuale che può essere rappresentato con un'installazione, con un supporto (tela,tavola, foglio), con dei suoni, con delle luci o con dei video...
Qualche anno fa l’avvento della musica ambient creò il concetto di “arredo sonoro”, vale a dire l’utilizzo di suoni e melodie rarefatte per caratterizzare certi locali o alcuni momenti della nostra giornata. Una sorta di alternativa concettuale al casuale rumore di fondo quotidiano. Proseguendo su questa strada, abbiamo il primo DVD ambient di scene video animate. Si intitola “Souvenirs from the earth” (souvenir dalla terra) e offre un flusso ininterrotto di immagini per creare una presenza virtuale e visuale nel proprio spazio domestico. In parole più semplici, si tratta di filmati in continua ripetizione, senza alcun dialogo né contenuto narrativo, ma caratterizzati da un aspetto grafico ed estetico molto ricercato. Il tutto accompagnato da una colonna sonora originale di discrete e suggestive sonorità elettroniche. Il DVD è infatti appositamente pensato per essere visionato su grossi televisori, su schermi al plasma da parete o in videoproiezione. L’effetto che vuole creare è quindi quello di un “quadro mobile”, una cornice che racchiuda figure in continuo movimento. Ideato dall’artista tedesco Marcus Kreiss e dal giornalista francese Laurent Krivine, “Souvenirs from the earth” è uno strumento per sostituire dipinti, fotografie e figure decorative ed è solo il primo volume di una serie destinata a offrire nel tempo sempre nuovi flussi di immagini da appendersi in salotto. I filmati presenti rappresentano una scene di vita quotidiana: scenari che possono apparire del tutto familiari eppure stranamente irreali e ipnotici, grazie a riprese spesso volutamente fuori fuoco o estremamente ravvicinate. I filmati sono tutti diretti da Markus Kreiss, filmaker già autore di videoclip per artisti di culto quali Jay Jay Johanson, Jimi Tenor e i Pizzicato five, e sono stati presentati in numerosi musei e mostre in Europa.
Utilizzare quindi una specie delle attuali cornici fotografiche lcd, per sostituire le pareti bianche di casa... ma questo può valere anche per l'arte impegnata... un esempio il progetto Nine o’ Clock di Danilo Verticelli..."Il progetto Nine o’ Clock nasce dall’osservazione quotidiana di ciò che viene trasmesso in televisione intorno all’ora mattutina, simbolicamente fissata alle nove. Se l’Arte è comunque concetto e comunicazione, quindi metafora. Se l’Arte figurativa contemporanea assume oggi le caratteristiche di una metonimia e vuole traslare il significato attraverso gli strumenti contemporanei della rappresentazione, conservando le caratteristiche sintattiche tradizionali in particolare nella esteriorizzazione del significante, se mio scopo fondamentale e in parte ecumenico è quello di osservare, elaborare, trasporre, comunicare un concetto, pur personale, pur discutibile, ma odierno e futuribile, allora il progetto Nine o’ Clock diventa punto di partenza per un’analisi della società mediatica e delle interazioni logiche tra i tanti “significati” che contemporaneamente i programmi televisivi espongono durante le loro programmazioni e le strutture culturali proprie di ogni uomo. La tematica sociale, la critica a certa società consumistica, il sovrapporsi di piani invisibili ma esistenti nella mente di ognuno, in cui ciascun piano (layer) è un ricordo, una impressione, un fatto quotidiano, un pensiero, un ragionamento, il sovrapporsi di ciò, dicevo, genera un collage mentale in cui tutte o alcune delle fonti dette vengono a rappresentarsi visivamente nel nostro pensiero. Sia i fatti quotidiani allora, come semplici scontrini, bollette, analisi mediche, testimonianze dello scorrere giornaliero delle cose e delle azioni, testimonianze civili e elettroniche del nostro esistere, inevitabili testimonianze del nostro essere, sia le immagini trasmesse dalla televisione, mescolate o sovrapposte, generano significati alternativi, laterali, dislocati. Lo stesso incedere di notiziari, dibattiti, pubblicità, tragedie, lusso, trasmessi contemporaneamente su diversi canali, va a convergere sulle “immagini” questa volta virtuali, che la nostra mente, la nostra cultura, proiettano ai sensi come reazione a ciò che vediamo e percepiamo. La percezione dell’immediato quindi è immagine sia del reale, anche se filtrato dallo schermo televisivo fotografato nella sua imperfezione stilistica e quindi iporealistica, sia della proiezione del concetto che la nostra mente elabora mescolando ricordi e novità. Proiezione questa, visualizzata in noi attraverso immagini e forme note (icone, simboli) pur se non visibile esteriormente. Ciascun pannello dei 10 elaborati, conserva quindi il meccanismo concettuale così descritto. E’ una sintesi momentanea e imperfetta di una possibile “reazione” agli stimoli esterni (notizie, TV, paesaggi, ecc) ed a quelli interni (ricordi, impressioni, ragionamenti, emotività, stati d’animo). Gli oggetti personali riprodotti come simulacri ingranditi della quotidianità sono presenti nelle opere come nella nostra vita. Non è possibile, questa è anche la tesi, osservare ciò che ci circonda in maniera obiettiva in quanto “stratificazioni” concettuali esistono e persistono nella nostra mente e si sovrappongono ai nuovi stimoli esterni, producendo nuove elaborazioni di idee e di concetti, nonché di giudizi e riflessioni semantiche o etiche in una sorta di meccanismo frattale e infinito. La stratificazione dei concetti è quindi riprodotta anche mettendo in relazione fisica più immagini tratte dalla produzione televisiva, spesso concomitanti nel tempo, sincroniche, pur rimanendo a volte estremamente distanti come valore significativo, etico, morale e quindi stabilendo un cortocircuito tra i diversi stimoli riprodotti dalla televisione ed il proprio significato o messaggio. Ne sono esempio le interruzioni pubblicitarie durante i dibattiti o nello stesso momento in cui su un altro canale si stanno trasmettendo immagini di tragedie umane o naturali. Questa tensione, virtuale ma pur sempre realistica, vuole essere rappresentata e “sentita” nel progetto in questione e “vuole” condurre l’osservatore (con l’anima piuttosto che con l’occhio) ad una riflessione etica sullo stato “di conservazione” della società moderna e sulla capacità per l’uomo di sapere o no distinguere una scala di valori e priorità nell’analisi dell’esistente all’interno del mondo multimediale. I pannelli sono elaborati in digital art e trasferiti su supporto materico (intonaco su tela). L’utilizzo della finalizzazione materica in luogo della stampa su semplice tela o della proiezione ha il significato di voler in qualche modo “proiettare” idealmente gli stimoli che la mente subisce sui “muri” reali e virtuali che la quotidianità impone. Una specie di graffito su parete che dall’esterno della società urbana si trasferisce, come simbolo di simbiosi tra città antica e civiltà postmoderna, e nelle sue accezioni mediatiche nei muri degli ambienti in cui viviamo, tornando ad essere nuove icone e nuovi simboli della metafora della vita contemporanea." progetto descritto dall'artista Danilo Vericelli
Bene. Grazie Artisticando per l'attenzione alle mie cose.
RispondiEliminaL'idea dell'evoluzione del concetto di "muri" divisori in pannelli video è molto stimolante.
Se pensiamo che in qualsiasi momento noi potremmo trasferire colori, immagini (JPG o TIFF), video (dvd o mpeg), schermate tv o internet in qualunque dei pannelli ubicati nella casa, magari con un touchcontrol in wireless e lavorare sul pc in qualsiasi stanza (si, anche al bagno) semplicemente portandosi dietro periferiche wireless e "guardando" la parete di fronte, beh questo lo trovo di una futuribilità rinascimentale infinita.
Come se il soffitto della Cappella Sistina fosse fatto di schermi curvi e le immagini ivi presenti potessero animarsi. Così la famosa parete affrescata dietro l'altare con il "Giudizio Universale".
Un modo nuovo di abitare, un modo nuovo di arredare, un modo nuovo di fare arte.
Naturalmente ne stiamo parlando qui in forma di prospettiva, mentre qualcun altro, da qualche altr parte del mondo, dotato di finanziamenti ed amicizie, sta magari mettendo in pratica il nostro sogno. Succede.
Piuttosto, come ho scritto nell'altro post, ci sono ancora problemi energetici ed ecologici per una csa siffatta, che contraddice pienamente ogni teoria di naturalità di materiali e radiazioni. In questo, credo, siamo ancora lontani....
Piano piano ci arriveremo... sarebbe fantastico (nel rispetto ecologico)!!
RispondiElimina...sempre splendide novità....
RispondiEliminaQuindi i personaggi sulla parete sono in realtà su un plasma???
Incrediile... non saremo più soli, ma sempre in ottima compagnia, con suoni e movimento!!!
Non sono su plasma ma potrebbero esserlo. Tutto ciò che rapapresento parte dal pc e da video. Quindi non ha alcun problema (anzi) ad essere rappresentato su plasma. E' solo una questione di soldi. Come al solito.
RispondiEliminaPreferirei un muro di vere piante con un sistema di irrigazione nascosto, piuttosto che schermi lcd dovunque, che magari rappresentano la stessa pianta.
RispondiEliminaBen venuto altierjinga grazie per il tuo commento... continua a seguirci... vuoi una casa nature... una casa "viva"!
RispondiEliminaL'arte non serve più. Non ha senso. Nulla può essere considerato oggetto artistico. L'arte è emozione e concetto, immagine o forma, suono o movimento. Ma non ha più alcun motivo di esistere come tale categoria.
RispondiEliminaUn tempo la provvigione di immagini e di concetti avveniva mediante l'osservazione del mondo circostante, più in particolare del micromondo in cui gli antichi vivevano. Capanne, borghi, campagne, comuni. E il momento nobile di tale provvigione era la messa domenicale dove suoni, litanie e immagini venivano convogliate negli animi semplici e rustici dei villani di allora.
L'arte era allora l'affresco, la statua e null'altro. Ed entrambi avevano assolutamente caratteristiche anamorfiche, pure metonimie della vita raccontata di ogni santo e di ogni scritto.
L'arte era racconto, illustrazione, fumetto nobile. L'arte aveva un compito, quello di tramandare ai posteri ciò che non poteva essere fatto attraverso i libri e quello di spiegare facilmente ciò che il latinorum non avrebbe potuto verso ogni volgo analfebitizzato .
Ma poi, quando l'arte ha smesso di raccontare realtà, quando la fotografia ha aperto la realtà alla semplicità, quando la funzione ha smesso di essere legata all'oggetto artistico, alla comunicazione del significato letterale, quale arte ha preso il posto della prima?
L'arte non è più racconto di realtà e di fatti. L'arte è ora comunicazione. Non ha finalità esclusive. Non ha regole e canoni. E' semplice comunicazione di ciò che si vuole. Emozioni, concetti, presenze, assenze. L'arte era libera. Libera nella sua essenza, ma schiava dei canoni tecnici. Un'arte quasi sempre da appendere o da collocare, quasi sempre inscatolata in stanze e corridoi, nei tinelli e nelle camere, quasi sempre bidimensionale, statica. Colori e pennelli, immutati ed immutabili. L'arte ora libera diventava schiava del suo stesso artista e finiva appesa senza alcun cambiamento. Non era l'arte del ritratto di Dorian Gray. Quella sarebbe stata l'arte effettiva (Art actually), un arte che cambia se stessa con il tempo, con le ragioni del vivere, con le ragioni della Società.
Oggi l'arte non ha più quel senso e forse non ha un senso di essere considerata una categoria nobile. Non le è richiesto. Ogni minuto del nostro tempo la provvigione di immagini, suoni, concetti e sensazioni supera ogni serbatoio che una vita intera avrebbe fornito ad un normale uomo del vecchio tempo. Ogni immagine è superata da quella successiva e diviene vecchia. La completa interazione dell'Uomo moderno con i sistemi informatici online in tempo reale rende obsoleta ogni immagine, ogni fissità di concetto, ogni storia.
La staticità di un pezzo d'arte è quindi cosa vecchia, mummia polverosa di un istante che ha congelato il pensiero artistico, poi evoluto, poi cambiato, poi scomparso. L'arte non esiste perchè l'arte è nella stessa sovrapposizione degli stimoli sensibili che ciascuno strumento di comunicazione oggi ci dà. L'arte del domani sarà l'interazione tra artista e fruitore e la disponibilità dell'oggetto d'arte ad essere manipolato dal fruitore. Finirà la tirannia dell'artista, stoccafisso irrigidito del proprio concepire, e finirà la tirannia del Mercato, che avrà nella rete e nel Peer To Peer il carnefice del proprio esistere. Le immagini saranno scambiate via Web come oggi la musica. Nuovi algoritmi di compattazione sostituiranno i vecchi e pesanti Jpeg ed immagini ad altissima risoluzione potranno essere vendute a basso prezzo in tutto il pianeta, per poi essere mostrate su maxischermi ad alta risoluzione e basso consumo (OLED).
Tutto ciò è realtà oggettiva. L'arte come unicità e pezzo singolo non esiste, non ha più senso. Nulla ha più senso di un battito d'ali sull'Oceano....
@fucsiaman "nulla ha più senso di un battito d'ali sull'Oceano...." é tutto qui il concetto, questa frase ti porta lontano e ogni forma di arte si perde in quei piccoli spazi dove l'universo la chiude!!!!!musica, poesia, pittura e ogni altra espressione artistica ci porta oltre le stelle!!!!!...importante è creare!!!! Ogni forma di arte, come dal testo sopra, sarà superata, ma ci saranno sempre gli artisti che continueranno a proporre i propri sogni!!!!!...ai quali non si dovrà mai rinunciare!!!
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