12.11.08

12.11.08 Arte di strada street artist Zevs: Vandalismo o Arte?

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Arte di strada... pubblica visibile... "abbellisce" le nostre city o le "ricopre" di scritte inutili?

Il nostro governo sta intraprendendo una lotta contro questa forma d'arte, se così si può definire, considerandola solo un atto vandalico da punire persino penalmente. E' giusto punire senza capire? Si può forse trovare un punto d'incontro, dando la possibilità alla creatività di esprimersi al massimo...? Esistono street artist che divulgano messaggi e critiche, come ad esempio l'intervento sul logo di marchi Apple \ Coca Cola del francese Zevs, che ha "arredato" strade di città come Parigi, Berlino e Tokyo.

Vandalismo o Arte a voi la "sentenza"!

10 commenti:

  1. Arte, e quella qui evocata anche buona.
    Il vandalismo lo fanni gli urbanisti, i geometri, gli architetti pseduolaureati degli anni settanta, l'ignoranza degli inquilini, l'inciviltà di chi lascia l'immondizia per strada, l'incapacità di pulire, di fare arredo urbano....

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  2. Dipende da mille fattori...

    dal palazzo se è storico, se i proprietari hanno piacere, se ciò che verrà dipinto è inerente alla paesaggistica..
    Ho letto che creeranno zone apposite per questo tipo di pittura.
    Comunque è arte!!

    Ciao Buona giornata

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  3. Ciao e bentrovato con i tuoi interessanti post.

    Bisogna distinguere tra Artisti di strada e Vandali.

    I primi, oltre ad esserlo nel vero senso artistico, esprimono il loro estro nel pieno rispetto degli spazi che fungeranno da perpetuo espositore delle loro opere.
    E in tal caso non si permetterebbero mai di oltraggiare un palazzo, un monumento o quant'altro.
    I veri Artisti di strada hanno sempre utilizzato spazi degradati, tanto da farli rivivere, restituendo loro quasi dignità, grazie alle loro opere colorate, ma anche portatrici di un messaggio.
    Diventa un vero e proprio arredo urbano.

    Ma il più delle volte ci trovamo di fronte a semplici imbrattatori, per non dire VANDALI.
    Altro che artisti....

    Qualche anno fa, vivevo in un palazzo degli anni '20, in pieno centro storico.
    Dopo essere stato sottoposto ad un intervento di rifacimento della facciata, riportandolo al suo antico splendore.... tempo una settimana esatta, è stato imbrattato da .... artistici murales di artistici PEZZI DI ME...!

    Puoi immaginare che cosa avrei fatto loro, se avessi avuto modo di beccarli sul fatto....

    ANDATE A LAVORARE!

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  4. Ciao bella gente, credo che la lotta da parte dello stato vada portata avanti nei confronti di tutte le forme di teppismo che riesce solo a creare disastri a discapito della comunità, mentre l'arte và sempre incoraggiata e ritengo verranno destinate aree apposite per questo tipo di espressione assolutamente artistica e pregevole che non deturpa ma nei giusti spazi abbellisce.

    Purtroppo non c'è un progetto di legge che confini i teppisti e gli scalmanati.

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  5. L'arte di strada nasce come evento di ribellione ad un disagio sociale dei giovani delle parti deboli della città. periferie, centri storici degradati, banlieau, ghetti.
    Basquiat ad esempio ne è uno dei più conosciuti esponenti. Keith Haring anche, lo stesso Bansky e tanti altri.
    Nasce anche e quindi adottando come superfici di lavoro gli stessi ambienti urbani. Muri, pannelli, carrozze ferroviarie e altro.
    Il centro storico di Valencia ha una strada piena di murales, sponaneamente sorti con ordine e disegnati in modo da rappresentare una galleria dei vari interventi.
    Si parla di arte in rari casi. Spesso si parla di desiderio di disegnare e basta. Arte ce n'è poca e quegli esempi conosciuti sono perle rare.
    L'imbrattamento è l'espressione di ribellione di quei ceti giovanili. Il dispetto. La testimonianza estrema di un'esistenza ignota ed inutile ai loro occhi. Sono firme di vita, in fondo.
    Anche se rappresentano un vero e proprio danno per molti dei luoghi dove vengono praticate.
    Di arte però ce n'è sempre meno. E' più una colorazione urbana.
    Detto questo, e richiamato il fatto che sono manifestazioni spontanee e di protesta, non c'è cosa più idiota che dare a loro un luogo definito e destinato a quei lavori. Un vero e proprio ossimoro. Il vero artista di strada non accetta che la società gli dia un posto assegnato, ma se lo cerca dove più gli piace. Anche se è un luogo non adatto. Lo spirito è quello. Prendere o lasciare. Il rischio di essere colti sul fatto anche. Fa tutto parte del gioco o della "missione".
    Ogni altra opzione è un falso storico. Sarebbe quasi come destinare alcuni sportelli bancari alle rapine autorizzate, con gruzzoletti già preparati e contati. Sono convinto che dopo un po' il vero ladro si stancherebbe e tornerebbe a rapinare dove ha più soddisfazione.
    Questi ragazzi (spesso vandali però) sono come quei ladri: rubano il benessere che credono di non poter avere. Il nostro benessere (purtroppo) è diventata una bella parete grigia ed una bella auto grigia metallizzata...
    A volte fanno bene.

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  6. Per me il vandalismo è piuttosto il logo Coca-cola ripetuto all'infinito. Lo sfegio del marchio consumista e annichilente il pensiero non può essere che arte..

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  7. Come spiego in un post precedente:

    http://myartistic.blogspot.com/2008/09/230908-design-graffito-yellow-diva.html

    Il graffitismo nasce in America, alla fine degli anni 60', è un fenomeno artistico che si sviluppa spontaneamente come reazione all'industrializzazione dell'arte. Si diffonde, inizialmente tra i giovani del Bronx, la pratica di coprire di scritte e immagini, realizzate con bombolette spray, su convogli delle metropolitane, per poi riempire qualunque superficie dello spazio pubblico. La vera innovazione di quest'arte, sta nel supporto scelto, che non consiste più in un tela o in una tavola, ma si espande nella situazione urbana, realizzando opere chiaramente a scopo non di lucro, dunque non vendibili. Importante è il pubblico cui si rivolge, tale espressività, infatti, non necessita dell'appoggio di critici o galleristi, ma è indirizzata, in modo diretto alla massa. Le caratteristiche di questa forma d'espressione, quali la sintesi delle immagini, l'immediatezza formale, la forza d'impatto data dai colori accesi e contrastanti, l'uso del crudo linguaggio fumettistico, creano nell'uomo un riadattamento percettivo forzato verso una forma estetica, una visione critica di essa. Il graffitismo risolse la sua attenzione alle nuove forme di degrado urbano, sia estetico che sociale, soffermandosi in particolare ad interventi eseguiti sullo squallore periferico delle città contemporanee. I graffiti "cantano l'ideologia della strada", così come i cantanti rap e hip hop; d'altronde le similitudini sono immediate, dai forti contrasti, ai segni netti, dai ritmi acidi, ai testi violenti. Il nuovo linguaggio si snoda secondo percorsi e strutture primordiali (Jean - Michel Basquiat) da cui nascono formule contaminate da movimenti pittorici già riconosciuti come la pop art (Keith Haring).

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  8. Brava Paolina. La Pop Art iniziò proprio dalla critica alla società dei "marchi", critica benevola, non distruttiva. Come anche noi vogliamo intepretare le nostre critiche.
    La Coca Cola, da me citata in un "noto" pezzo fatto per la mia personale di Pescara, oltre ad essere un must per ogni artista che si rispetti (va fatta) è un'ottima bevanda che mi sostituisce il vino in ogni pasto.
    Più che "quel" marchio (a cui devo la felicità del mio palato in molte occasioni) è il sistema dei "marchi" che va preso in analisi come fenomeno sociologico e commerciale.
    Quanto è il marchio e quanto è il prodotto a fare da soggetto trainante nel processo psicologico di sceta degli acquisti.
    Allora anche la ripetizione all'infinito di un marchio diventa strategia e azione subconscia nel nostro ragionamento, ed è su questo aspetto, più che sul singolo marchio, che occorre focalizzare l'attenzione degli analisti della società.
    Coca Cola come la Coop, entrambe ripetute all'infinito su insegne, edifici, buste, spot.
    Cambiano le sembianze e le istanze, ma il processo finale è quello della fidelizzazione psicologica del cliente.
    Il marchio come elemento noto. Lo stile in Arte, si direbbe. La firma. La riconoscibilità e quindi l'identità di un prodotto o di una strategia di prodotti.
    Il marketing ci sguazza in tutto ciò e noi artisti ne siamo felici, perchè ci da tanti elementi su cui lavorare...
    Detto questo, mi sono sempre rifutato di bere la Pepsi. Nulla a che vedere con l'orgasmica delizia di una Coca ghiacciata......

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  9. i graffiti possono essere ribellione o meno, possono essere schifezze o no.
    c è chi si spacca il cu*o per ottenere i permessi autorizzati di sottopassaggi abbandonati o altro, agendo quindi alla luce del sole (vedi TATS CRU).
    c è chi invece si alza alle 2 di notte per andare a disegnare i treni o posti illegali, senza danneggare direttamente le persone(il vero graffitismo), creando guerrigile tra gruppi di persone, che si sfidano a suon di treni dipinti(questo puo fare piacere o meno, a me sinceramente, che lo stato, gia' ladro, invece di riempire le tasche di politici strapotenti, li usi per ripulire i treni, non dispiace).
    poi c è un altro tipo di scritte ( le piu' schifose ) tipo tizio g*y , forza milan, lucia ti amo e cavolate varie.
    questi ultimi sono i vandali, che disegnano su palazzi anche antichi, monumenti e altro.
    un vero graffitaro, non si azzarderebbe mai a disegnare su un monumento o un palazzo antico, che resta comunue un opera d' arte di un' altra persona.
    quando si sente dire basta ai graffiti, basta atti vandalici, lo si dice nell ignoranza di non sapere che i disegni sui muri, i treni dipinti, quello è il graffitismo.
    cioè che la gente odia veramente sono le scritte inutili ( forz juve, eccetera ) che imbruttiscono le citta' o palazzi.
    minchia

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  10. Grazie Anonimo per il tuo commento... continua a seguirci e rivelaci il tuo nick!!

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