17.11.08

Maarten Baas artista designer linea smoke - clay - sculpt


Smoke chair

Linea Smoke del designer Maarten Baas, dove alcune parti dei mobili trattati sono letteralmente bruciati, e "conservati" con un rivestimento epossidico. Nel sito troverete molti altri progetti uno più originale dell'altro... come la sedia clay e sculpt.

Per informazioni:
www.maartenbaas.com

Clay chair

Sculpt chair



Post realizzato da myArtistic Blog Design Atelier creativo di Padova che oltre a gestire un blog d'Arte e Design realizza decorazioni su mobili antichi restaurati e crea pezzi innovativi con arte, design e tecnologie all'avanguardia. Contatti: www.myartistic.it info@myartistic.it

14 commenti:

  1. Appunto, si guardi anche il progetto SCULPT e la Clay Furniture....

    RispondiElimina
  2. Bella idea, questa che ci hai proposto oggi!

    Mio personale parere: troppo tetri.

    Li trovo perfetti per un ritrovo in onore del caro estinto.

    :-)))))))

    E se il legno è bruciato, un estinto....re fa sempre comodo!

    :-))))))))))))

    RispondiElimina
  3. Ciao a tutti, decisamente non mi piace, fra i tanti modi di vedere i oggetti d'epoca, questo mi sembra veramente senza senso.

    Salvare un pezzo rarissimo, affinchè ne resti traccia, può comportare il procedimento di cui parli ma per un oggetto qualsiasi, bè credo si tratti di una esaltazione della stravaganza che come spesso accade rimane cosa per pochi e 2°me
    è una fortuna per il cosiddetto buon gusto.

    RispondiElimina
  4. Certo fucsiaman per quanto riguarda la deformazione del mobile!!!

    @Isa intendi da famiglia Adams... ;-)

    @gp a non tutti può piacere... ma se lo guardi sotto l'aspetto concettuale, è un bloccare "l'istante" prima della metamorfosi del mobile in cenere... rimasto così "intrappolato" grazie al rivestimento epossidico!!

    RispondiElimina
  5. E' arte. Il mobile come "scusa" per dire altro, per fare "altro".
    Sono tetri come il Vengè (rovere tinto) finto tanto di moda o come le belle geometrie di Charles Rennie McIntosh, tetri come le Golf nere con gli interni neri, come le tante anime sperse del purgatorio che vagano giornalmente vestite di nero, come gli occhiali neri e i televisori neri. Sono quindi neri perchè "bruciati" e non perchè qualche strana moda che dura da troppi anni fa del nero il colore fintoelegante. Le altre collezioni dello stesso autore sono infatti coloratissime....
    Sono mobili interpretati, postbellici, dayafteristi. Ne va compresa la valenza di metafora più che la mera estetica finale (appunto tetra... o nera).
    Se da quache parte esiste un "bello", questo non va tirato in causa per l'arte. E' quel che è.
    Poi, nel libero arbitrio riconosciutoci da Cristo e dalla Costituzione, ognuno entra nel negozio e compra ciò che più sente come suo.
    Ma sento di dover ringraziare questi designer artisti perchè ci donano soluzioni forse forzate, ma che nella loro stravaganza e unicità diventano sì per pochi ma per quei pochi che ancora non vanno all'IKEA...
    La rarefazione del gusto, la smassificazione dello stesso non è un difetto.
    Beati i pochi, perchè saranno gli unici.....

    RispondiElimina
  6. Ciao
    Li trovo estremamente raffinati!!!
    Poi dipende sempre dalla collocazione!!!!

    Buona giornata!!

    RispondiElimina
  7. ... pochi ma buoni Fucsiaman ... speriamo anche "automuniti"!!!

    Fare qualcosa di stravagante è semplice ... fare qualcosa di nuovo, pensato, ragionato ed ideato è assai complesso ... ma non impossibile!!!

    Il nero per un "uomo in Fucsia" come te deve essere l'assenza d'anima!!!
    Non colore amato da tutte le donne, reso dagli stilisti fresco e accattivante mescolando le texture: pizzo e velluto, jacquard e astrakan. Il nero detta sempre moda. Correva l’anno 1981 quando a Parigi esplose la mania del Japan Style. Gli occidentali scoprirono che il futuro veniva dall’Est e che il nero era perfetto per ogni emozione: dalla ribellione al romanticismo. Tutto sembra assecondare il nero: gli abiti da cocktail di Calvin Klein, i tailleur di Dolce & Gabbana. Black è sinonimo di maggior realismo: più serietà e meno frivolezze. Mettersi contro il nero fucsiaman però sarebbe una battaglia persa in partenza, non c’è nulla da fare, il nero ha un’attrazione travolgente, quasi infernale, sempre elegante e delicatamente sofisticato. Per non parlare del "Re Giorgio" che non l’ha mai tradito accostandolo al suo colore, il greige (grigio e beige). Abiti neri, dunque, che esalteranno le bianchissime carnagioni quasi esangui di eburnei bruno chiomati o di pallidi biondo cenere. Il nero è mistero è ignoto ...

    Per quanto riguarda la mobilia: l'accostamento cromatico del bianco con il nero in casa, applicato ai mobili, è sempre attuale, e conferisce ad oggetti ed ambienti un'eleganza senza tempo. Molto in auge nei primi decenni del '900, l'abbinamento di questi due colori (o non-colori) anche per chi non ha un arredamento in stile, può caratterizzare qualsiasi tipologia di stanza. Ideale anche per creare rimandi cromatici in un ambiente che non ha confini fra cucina e soggiorno. La sintesi che creano questi due non colori è fantastica insieme racchiudono tutto l'universo. I loro significati fortemente contrapposti: "Giorno/Notte", "Bene/Male", "Yin/Yang"; danno allo spettatore una sensazione di spaesamento.


    " Bianco e nero i due estremi del silenzio: silenzio della vita e silenzio della morte. In mezzo la ruota delle scale cromatiche."
    Kandinskij


    Il mondo dei colori, è sinestetico, la relazione bianco/nero è, invece, anestetica.
    Raffredda l'emotività e frena la reattività agli stimoli esterni, concentrando il flusso energetico nell'attività introspettiva dell'Io.
    Tanto il mondo del colore è irraggiante, enucleato quanto il bianco/nero è concentrato, preso da sé, interno, non disponibile.

    E'sicuro che il "non-colore" lasci spazio alla personalità di ogni donna e uomo?

    RispondiElimina
  8. Allora approvo anche l'imbalsamazione ma non c'è niente di nuovo nè di originale.

    Attenzione però, a me non piacciono certe soluzioni ma questo non significa che avere persone con un poco di fantasia che elaborino nuove idee e nuove tecniche non sia interessante.

    RispondiElimina
  9. Io sono l'unica "battaglia persa".
    Con me Karim Rashid o Etro o semplicemente chi ha voglia di un colore per manifestarsi.

    No, che il non colore non lascia spazio.

    Opprime le personalità "concentrandole" nella spirale del minimalismo imposto dalle mode e dai trend. Cosa diavolo c'è di nero in natura? Se non residui di decomposizione (leggasi carbonio)? O il sangue lungamente rappreso?
    Ma il nero non è l'assenza dell'anima, per me. E' solo l'assenza dell'esistenza.
    Infatti nelle mie prime cose, dipinte a stile fumetto, il nero lo utilizzavo solo per definire le campiture, come elemento collegante scene e colori, una rete atemporale che tenesse in sè tutta la storia rappresentata.
    Niente altro.
    Cosa ci sia di elegante in un abito nero non lo so. So di abiti benedettamente colorati, fatti di sete e pizzi e meravigliosamente osservati ed invidiati dai tizzoni scuri schiumanti la rabbia di chi ha sbagliato a comprare. So che in altre parti del mondo l'eleganza (se Dio vuole ben lontana dalle tristezze giapponesi) è colore e nessuna indiana o africana o asiatica andrebbe mai ad una cerimonia importante vestita di nero, mai.
    I colori, come spesso ho detto, seguono le culture. Il nero quindi non appartiene ad alcuna cultura se non quella occidentale della morte. Non-colore dei becchini, degli abiti a lutto, delle fasce al braccio, del bottone al petto (chi lo ricorda...), non-colore delle divise SS, non-colore dei Black Block, paradossalmente non-colore dei maggiori stilisti fino a qualche tempo fa.
    Il Greige esalta le forme, cosa che importa ad Armani per il "suo" tipo di fare moda. Non possiamo dire la stessa cosa per Galliano o Pucci o valentino o Missoni o Versace o Etro o tutti coloro che nel colore (prima o poi riscoperto) hanno trovato la vitalità necessaria alla sopravvivenza dell'eccellenza.
    Il non colore è solo una non scelta, per non avere il problema di scegliere. Tipico della ignorante ed oziosa società moderna.
    O semplicemente è molto più facile ed economico trovare capi di abbigliamento neri che si fondano l'un l'altro. Così tutto va su tutto.
    Manichini affumicati, abbronzati, sagome perse nella nebbia della fantasia e dell'azione.
    Preferisco vivere.

    RispondiElimina
  10. "E' solo l'assenza dell'esistenza"
    "Cosa diavolo c'è di nero in natura? Se non residui di decomposizione (leggasi carbonio)? O il sangue lungamente rappreso?"

    sei sicuro?

    Questa è vita?

    http://static.blogo.it/06blog/lei.jpg

    o sei superstizioso?

    Mi cadi anche tu nel facile modo d'uso, associando il nero alla singola morte; il nero in natura può nascondere il tutto come il niente... l'irraggiungibile. Come i nazisti hanno rovinato in tutti i sensi il significato profondo della svastica che tutto rappresentava tranne morte, individualismo e razzismo.

    RispondiElimina
  11. ehehe ho anch'io un gatto nero, ma se lo vedi bene al sole vira al marrone. Ma aldilà del pigmento pilifero, cosa c'è di nero in natura se non il carbonio?
    Non siamo noi a cadere nell'associazione (reale) nero-morte. E' la società che associa. Io ne prendo atto. E proprio perchè essa è una convenzione sociale, me ne dissocio.
    Il nero appunto nasconde. Il colore (e neanche il bianco) rivela. Rivela il pensiero di chi lo utilizza, perchè nero è maschera, mentre il colore va capito, utilizzato, scelto, amato. Col colore non ci si maschera ma ci si rivela.
    Il colore è epifania, rivelazione, manifestazione, svelamento del proprio io. Richiede impegno. Il nero no. Specialmente in un mondo di nerovestiti.
    Lo so, la svastica è il simbolo dello janismo, filosofia indiana, che poco ha a che fare con le tristezze naziste. Himmler la consigliò ad Adolf girandola al contrario, infatti la svastica janista è antioraria.
    I colori non hanno valenze proprie. Hanno quelle che la società gli da.
    Atteso che in occidente il nero è morte e tristezza (non che altrove una simile scurezza possa donare virgulti di passione e calore), nonchè essenzialità (essenziale come la morte), utilizzarlo qui equivale comunque ad assoggettarsi inscientemente ad una immagine di serietà, durezza, insensibilità e freddezza che il modello di uomo-tipo pancapitaista richiede. Le emozioni vengono bandite e così le frivolezze. L'uomo tutto profitto non ha tempo da perdere e deve dare l'immagine di serietà che non concede nulla all'allegria. Perchè l'allegria è colore (ovvio), mentre la serietà è il nulla.
    Se le persone serie dovessero dipendere dal colore degli abiti, quasi tutto il Parlamento sarebbe da considerarsi serio...

    Questi mobili bruciati sono proprio l'interpretazione ironica di tale nero-pensiero, appunto ad opera di un designer che nelle altre sue collezioni trionfa di colore... Il Nero che ritorna da colore al suo elemento naturale: il carbonio della combustione. Geniale processo a ritroso. Una presa in giro della purezza e dell'essenzialità meneghin-intellettuale....

    eheheh

    RispondiElimina
  12. Forse è solo questione di gusti e personalità fusiaman e gp!!! Si può anche interpretare in questo modo... chi da un tocco di colore alla propria vita è sicuro di sè, estroverso, non ha paura di esporsi...

    ...forse chi ama il nero e bianco... o è juventino o ha una macchina in carbonio come questa... eheh ...

    http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/cronaca/multa-lapo/esterne141100561405110731_big.jpg

    RispondiElimina
  13. CARBONIO...

    http://www.myluxury.it/img/diamante.jpg

    RispondiElimina
  14. ...bellissini ,sono riuscito a riprodurli con enorme soddisfazione |!!!!!!

    RispondiElimina