1.12.09

01.12.09 Photoshop un nuovo strumento a servizio dell'Artista?


E' nato un nuovo Blog, a cura della Galleria d'Arte Contemporanea Zamenhof di Milano, dove si possono trovare interessanti riflessioni, mostre ed eventi per giovani artisti, pittori, scultori e fotografi esordienti.

Ecco il mio commento, su uno degli interessanti post di questo blog:

Sbranati da Photoshop:

Se nell'infinito concetto di Arte è racchiusa la continua evoluzione e ricerca artistica, non possiamo non considerare i programmi di grafica e il web, come nuovi strumenti da utilizzare per esprimere la propria poetica. Photoshop è un ottimo strumento che permette alla creatività di estrinsecarsi a tutto tondo. Ma la manualità, così fondamentale per un Artista, trova ancora spazio? Il futuro che ci aspetta sarà popolato di artisti "digitali" che tralasceranno l'utilizzo del pennello, dei colori e la tela si trasformerà in touchscreen a disposizione dell'artista?
Una cosa è certa non bisogna mai dimenticare di utilizzare lo strumento e non lasciare che sia lo strumento ad usarci. Se poi l'evoluzione rappresenta la ricerca d'espressione attraverso nuove e più "semplici" forme, ricordiamoci che se due metodi forniscono risultati equivalenti e ovvio scegliere il più semplice tra i due. Non rifugiamoci quindi nell'arte astratta e\o informale, perché consideriamo l'arte figurativa di minor rilievo, anzi un nuovo strumento può essere utilizzato per farci scoprire cose nuove.

Fonte: galleriazamenhof.blogspot.com;

14 commenti:

  1. La critica concettuale continua a mettere sempre in contrapposizione le diverse forme tecniche di esprimere l'arte, come se si potesse immedesimare il concetto "arte" solo con i metodi tradizionali utilizzati storicamente, come se fare arte volesse significare per forza di cose dipingere o scolpire e magari dipingere solo a olio e non ad acrilico, visto che la storia della pittura contempla da sempre i colori ad olio e solo dal dopoguerra quelli sintetici ad acrilico.
    Diatribe inutili. L'arte è semplicemente (ma complessamente) la comunicazione di conceti ed emozioni attraverso un media. Comunque essa avvenga. Arte non è più la messa in pratica manuale ma il suo fine uiltimo, non più la tecnica per se stessa ma il suo significato ultimo.
    Quindi qualsiasi strumento è equivalente e per alcuni versi gli strumenti elettronici sono più complessi di quelli a pennello perchè consentono mille e più opzioni tecniche e rischiano di "possedere" il fatto artistico che necessita invece di essere governato.
    Confrontarsi con la complessità degli strumenti elettronici è molto più difficile che proteggersi dietro la tecnica pittorica che ormai non consente alcuna diversione da ciò che è stato fatto. Quando lo stile non ha più sbocchi è allora necessario cambiare tecnica. E lo stile pittorico è saturo, a meno di non accontentarsi di fare cose che da qualche parte sicuramente qualcuno avrà già fatto.
    Anche l'arte digitale sarà satura, ma ha comunque più risorse tecnologiche. E dopo di essa sarà allora necessario non più cambiare tecnica ma cambiare filosofia di offerta e fruizione dell'arte, coinvolgendo il furitore nelle routine di sviluppo e creazione dell'opera attraverso sistemi interattivi che medino la casualità dell'intervento esterno, con le scelte di indirizzo dell'artista. La strada è molto lunga e siamo all'inizio. Altri sono alla fine, ma dell'arte...

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  2. interessante questo spunto di conversazione e ti ringrazio di avermi taggata...nel mio lavoro sono sempre partita da un'idea, da un progetto e come realizzarlo: se ciò che voglio rendere mi porta ad usare la fotografia, bè parto da una pentax 6x7 e da una pellicola su cui impressiono la struttura portante del lavoro. dopo posso scannerizzarla, usare o meno photoshop o farla diventare altro, un'installazione, una scultura. insomma resto io centrale, con la mia idea, non gli strumenti che uso.
    dico, altresì, che taluni artisti troppo legati alle abitudini, alle consuetudini, abbiano paura di uscire dal recinto del "già noto, del già visto". per loro il
    mondo finisce lì, in quel recinto...
    bisogna avere il coraggio di essere contemporanei e vedere con gli occhi del presente…ci sono occasioni molteplici, talvolta però ci sfuggono, perché il passato ritorna e tenta di prendere il sopravvento su tutto. dobbiamo rischiare di più, sperimentare nuove strade e soprattutto dare più fiducia a noi stessi, al nostro “ pensiero divergente “ :-)

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  3. Condivido il pensiero di Melita,ed aggiungo che la sperimentazione da all'uomo la facoltà di conoscere e conoscersi.

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  4. Condivido tutto quanto detto, pur essendo forse rinclusa ma per scelta, in quel recinto...........Sappiamo che Leonardo da Vinci innovava con le tecniche pittoriche e chi sa quanti altri l' hanno fatto. Di lui si parla ancora, e sapete perchè ? non di certo per i mezzi utilizzati ma semplicemente per il suo talento geniale, l' incontornabile talento, l' uovo di Cristoforo Colombo...!!! Bene, l'informatica, bene photoshop, bene l'eletronica, bene la complessità del mezzo, bene tutto, dico, tutto. Ma il talento ? L'arte puo' esistere senza ? Ecco la differenza...Ecco perchè il mezzo di espressione rimane solo un mezzo, senza il talento. Lo so, è una parola démodé ma non me ne viene in mente un' altra. Usare il fango, per non dire peggio, usare l'acrilico o gli intrugli di Leonardo, è una scelta in sintonia con la propria creatività. Ma senza quella piccola differenza, il fango rimane fango, l' olio un colore lungo da asciugare e l'eletronica un mezzo soltanto contenporaneo... e poi ?
    Sono pienamente d'accordo con voi, ma vogliamo dirlo che serve talento sempre e dapperttutto, per fare arte ?
    Chiediamo a Lanfranco quando restaura un prezioso mobile, quanta manualitè c' è nel suo lavoro ? Poi, sicutamento con l'aiuto di prodotti rivoluzionare o non... e preziose novità nate sul web. Ma non credo possa eliminare la sua manualità spesso arcaica. Ma non basta, alla fine il suo lavoro diventa bello perchè ha talento!
    Vorrei farmi capire, sono nata con i pennelli e invecchio con l'informatica... ma per tutto quel percorso vorrei che la mia creatività fosse stata accompagnata da un bricciolo di talento. :=)

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  5. Tutto si può utilizzare pur di esprimersi e realizzare quello che la nostra mente elabora, progetta, immagina e crea.
    E allora il talento è la capacità di trasformare l'idea creativa in opera o la sola creazione mentale di questa idea?
    @Sylvie: Il segreto di myArtistic sta nella creazione di un gruppo di persone creative e intraprendenti!

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  6. forse non mi sono ben spiegata:
    1- per me il fango di Leonardo l'ha fatto Leonardo, è inutile che lo faccio anch'io
    2- il talento sta nella capacità di trasformare una tela. una pellicola, un video, un pezzo di marmo o di legno grezzo in un'opera d'arte, unica ed originale, mai vista prima o scopiazzata da qualche altra parte... utilizzando strumenti - tradizionali o meno - in modo diverso da come li usano gli altri. questo è anche definito lo stile di un artista
    3- non vorrei apparire offensiva ma il restauro di un mobile, anche il più perfetto, non fa di una persona un artista, semmai un alto artigiano...il mobile già esiste e lo si riporta a ciò che è stato...non vedo - in questo - nè un artista, nè un'opera d'arte

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  7. concordo con te Melita!
    Il restauro non c'entra nulla con l'arte, penso che Sylvie lo abbia utilizzato solo come un esempio.

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  8. Sono completamente d'accordo con te, Melita. non saro' certo io a volere demonizzare le infinite soluzioni che offre l'informatica che tu saprai usare al meglio, per vivere la tua creatività :=) .Anch'io uso Photoshop per elaborare alcuni miei progetti. Volevo dire che, in arte, sapere utilizzare quel soffisticato mezzo alla perfezione, non puo' bastare senza il talento.Cosi è stato per i fanghi di Leonardo o il blu di metilene di Picasso, creando una corrente utili all' artista esprimendo chiaramente che l'arte si puo' fare con qualsiasi cosa. Non sarebbe giusto infatti, avere un' attegiamento di quasi dispresso per certi mezzi di espressione considerati desueti e superati. E' ovvio che imbrattare tele con colori ad olio o acrilico con l'aiuto dei pennelli, delle dita o magari della lingua...eh,eh, non basta per creare un' opera d'arte... sempre e ancora e dapperttutto, serve il talento !
    Myartistic Art, hai capito in che modo ho citato Lanfranco. L'arte è anche artigianato, quando nel cuore degli ateliers, gli artisti sudavano, faticavano, penavano in uno straziante contatto fisico, a volte violento con la materia che doveva esprimere in modo visivo, cio' che la loro creatività aveva concepito. Ma c' era anche, l'esaltante sensazione di piegare la materia alla propria volontà, le mani sudicce ma il cuore in estasi...
    Cosi, arrivo al dilemmo che, con molta intelligenza, hai esposto, Myartistic Art. Confesso, ho molta difficoltà a decidere...non posso certo immaginare che un' opera d'arte sia sopprattutto o soltanto, quel sudore, quella fatica, quella pena... Ma se quello che la mente ha generato non puo' essere partorito, che succede ? l' idea geniale rimane li, prigioniera per sempre dalla propria astrazione... Aiutami...

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  9. Credo che il talento corrisponda alla capacità di saper comunicare al fruitore le proprie emozioni e i propri concetti nella maniera esatta in cui si vuole. Quindi corrispondenza perfetta tra pensiero (intenzione) e strumento.
    Ovviamente per talento non intendo alcun stile.
    Leonardo sbagliò completamente l'affresco de L'Ultima Cena tanto che si rovinò quasi subito. Michelangelo ha fatto la testa del David completamente sporporzionata rispetto al corpo (ed al pipi). Insomma, il talento di questi grandi stava nella concezione e nel trattamento dei materiali pur essendo soggetti a volte ad errori marchiani.
    Vorrei però evitare che quando si parla di talento ci si riferisca a qualcosa di arte in particolare. Ci vuole talento anche per "imbrattare" bene (Pollock) quanto per fare un figurativo stilizzato (Bacon tra tutti) o iperrealista (Caravaggio su tutti) mentre è evidente che gente come Alex Katz di talento ne ha poco. Hopkins ha enorme talento pur nella semplicità puerile delle sue figurazioni umane. Rauschenberg ne ha nella composizione e nella scelta dei significati pur nella semplicità tecnica delle serigrafie. Il talento di Warhol stava nel fare soldi e nel cambiare completamente la sostanza dei soggetti comuni scelti. Oggi il talento sta anche nel sapersi conquistare un mercato, nel sapersi promuovere, nel saper comunicare le proprie cose, azioni che se vanno a buon fine presuppongono un riconoscimento esterno del talento delle persone. Il talento non è solo legato alla manualità (pittorica o digitale) ma quindi al riconoscimento del risultato che, come sappiamo, comporta sia il prodotto finito, sia l'universo di cose che conseguono e susseguono alla realizzazione del prodotto. Sui gusti è difficile disputare. Sulla capacità tecnica forse un po' meno.....

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  10. Danilo, sono completamente d'accordo con tutti voi, e tu lo sai bene, essendo una tua ammiratrice.
    Devo rilevare due punti importanti : Leonardo ha rovinato l'ultima cena e non solo quella, perchè i suoi tempi di lavoro essendo lunghi non voleva lavorare " a fresco ", cosi uso' una tecnica che non avrebbe superato i secoli. Forse, non, credeva alla sua posterità... Michelangelo non sbaglio' la dimenzione della testa involontariamente, non poteva essere cosi maldestro... La statua doveva essere collocata a Fizenze, ma in una piazzetta stretta con palazzi alti tutti intorno, la statua veniva vista dal basso, quasi ai suoi piedi e la prospettiva da quella posizione richiedeva questa diformità. Per il pipi non posso pronunciarmi, forse modestia... invece, sembra confermare questa teoria.
    A Marsiglia, il delegato ai beni culturali aveva fatto collocare una copia del Davide lungo la passeggiata al mare e la statua si vedeva da molto lontano, con intorno, linee orizontali anzichè verticali, mettendo in evidenza la deformità. La colpa non era di Michelangelo ma di chi l'aveva voluta piazzata li... Communque anche fossero sbagli, il talento, il genio, ha le sue debolezze e commette errori, certamente se io imbratto una tela, nessuno se ne interesserà . Desidero solo che mi confermi che il talento puo' esprimersi con qualsiasi mezzo. Tutto qui'. Alla fine, sono perfettamente in sintonia con te, chiedendo solo rispetto per tutte le forme di espressioni.
    I gusti sono un' altro capitolo! Ciao, fucsiaman...buon lavoro.

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  11. E' esattamente quello che ho detto. Il talento è indipendente dalle scelte di tecnica e stile, mentre ogni tecnica e stile richiedono indubbiamente talento, almeno tecnico.
    Conosco la storia del David, ma comunque io lo guardi, il testone rimane; a Firenze è lì in piazza, da sotto o da dietro il testone è un testone. Ed il pipi un pipino, ma quello è abbastanza normale in molti.....
    ;-)

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  12. Non vorrei dilungarmi sull' argomento, hum... Nella prospettiva dal basso verso l'alto, il pipino è la cosa più vicina allo sgardo quindo apparirà più importante. La testa, invece, sarà l'ultima parte del corpo ad essere vista, ecco perchè viene gonfiata per non sembrare troppo piccola... E anche questo, è abbastanza normale in molti uomini !

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  13. vabbè, ma intendevo dire che pur guardando il testone da sotto, più sotto che si può, esso appare sproporzionato. insomma è troppo grande pur per una distanza di visione di circa 4 metri tra i piedi e la testa.....

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  14. Testone saro' io. Non sono riuscita a salvare Michelangelo...
    Credo che si salvi da solo. So cosa intendevi dire e a questo punto, dormiamoci sopra... Notte.

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