16.11.09

16.11.09 KLAT, nuovo magazine trimestrale di sole interviste di Arte Design e Architettura


È uscito KLAT, nuovo magazine trimestrale di sole interviste.

In un momento non facile per l’editoria tradizionale e in un contesto che vede la stampa in posizione sempre più arretrata rispetto al web, le buone idee di carta e inchiostro fanno la differenza. Eccone una nuova, davvero promettente: KLAT, un magazine trimestrale fatto di sole interviste: lunghe, approfondite, le migliori. Ogni tre mesi, un appuntamento da non perdere con i protagonisti dell’arte contemporanea, del design e dell’architettura. Il primo numero (issue #01│inverno 2009/2010) esce in queste settimane e propone le interviste esclusive a Stefano Boeri, Andrea Branzi, Fernando e Humberto Campana, Alfredo Jaar, Hans Ulrich Obrist, Alberto Tadiello, Patrick Tuttofuoco e Francesco Vezzoli. «Le interviste – dichiara Paolo Priolo, editore e direttore responsabile di KLAT – sono uno straordinario strumento di conoscenza e appassionano il lettore più di qualunque altro genere giornalistico. Consentono di andare in profondità senza annoiare e rappresentano un canale privilegiato per entrare in contatto con la dimensione umana e professionale di un artista, di un designer o di un architetto. Ovviamente, parliamo di interviste lunghe, vivaci, articolate, commissionate e realizzate ad hoc: le sole che vengono proposte su KLAT». «In Italia – prosegue – mancava un progetto del genere e all’estero, se escludiamo Interview, l’unico periodico d’interviste che mi viene in mente, interdisciplinare, è Mono.Kultur. Così, abbiamo realizzato KLAT: in edizione bilingue, italiano e inglese, e con una distribuzione internazionale. KLAT attualmente è distribuito in tredici Paesi: Italia, Germania, Inghilterra, Francia, Svezia, Finlandia, Norvegia, Belgio, Hong Kong, Malta, Singapore, Giappone e Stati Uniti. A breve si aggiungeranno Australia e Svizzera».

Come si pone oggi un magazine cartaceo rispetto all’avanzata del web?

«In un certo senso, KLAT è il riflesso di quanto sta accadendo sul web e specialmente nei social network: esprime il desiderio diffuso, amplificato da fenomeni come Facebook e Twitter, di interagire, conversare, condividere, dialogare. Un desiderio che KLAT interpreta in forma rigorosa e dilatata, rinunciando alla brevità, al flusso effimero di emozioni e informazioni, e puntando invece sul piacere della lettura, sul confronto serrato, sull’approfondimento. KLAT è da leggere, godere e collezionare. Del resto, leggere una conversazione di quindici pagine online non è entusiasmante, meglio su carta…».

Come definirebbe KLAT?

«KLAT è tante cose. È un riflettore acceso sui grandi nomi e le giovani star dell’arte contemporanea, del design e dell’architettura. È una ricca selezione trimestrale di domande e risposte, pensieri e passioni, immagini e parole. È un’indagine che annoda vicende umane, sfide professionali, idee e curiosità. È un archivio aggiornato di conversazioni, storie e visioni, un diario periodico scritto da chi rappresenta l’avanguardia della cultura visiva e progettuale contemporanea, la prima linea del design, la frontiera avanzata dell’estetica. KLAT, comunque, non sarà solo un magazine, ma un progetto che colloca l’intervista, come strumento d’indagine, su più livelli: quello cartaceo, quello della conversazione pubblica e quello del web. Per ora, posso dire che abbiamo in programma un primo talk con l’artista Mathilde Rosier, presso la galleria Raffaella Cortese di Milano, il 19 novembre, e che stiamo definendo un calendario di conversazioni per tutto il 2010 a New York, in collaborazione con il prestigioso Storefront for Art and Architecture, diretto da Joseph Grima».

Perché avete scelto di focalizzarvi sull’arte contemporanea, il design e l’architettura?

«Perché hanno l’energia per ripensare il mondo, ridefinirlo e riprogettarlo; perché permettono di
instaurare un rapporto saldo e allo stesso tempo mutevole con la realtà, con le sue regole: analizzandole, riformulandole e, magari, migliorandole. KLAT è TALK letto al contrario. Un modo ironico per definire, già dal nome, un nuovo alfabeto, un gioco nuovo, un nuovo modo di parlare, di conversare».

www.klatmagazine.com


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