21.11.08

21.11.08 Aggiungiamo vita al design e all'architettura moderna

Il design? E' l'ombra delle cose. Una traccia invisibile, imperfetta, ma sensibile e personale.
L'atmosfera intraducibile che si respira all'interno di uno spazio è data, prima di tutto, dalle persone. Un appartamento si estende ben oltre le proprie pareti, è uno spazio allargato formato da tutti gli individui, amici, parenti, ospiti, che passano e lasciano tracce dietro di sé: impronte, oggetti, voci, disordine, messaggi. Case aperte alle esperienze e alle persone, capaci di mettere in circolazione sentimenti, di lasciare una sensazione sulla pelle, questo grazie anche alla personalizzazione e customizzazione degli oggetti che arredano la nostra casa. Non fermiamoci ai freddi gioielli e oggetti da guardare e non toccare. Le pareti stesse dovrebbero diventare spazi "trasparenti", che garantiscano una certa privacy senza isolare, lasciando inalterata la comunicazione dentro/fuori. Così con inganni visivi e riflesso della luce, si può creare un mondo in cui le cose non sono statiche, ma sempre leggermente in movimento, come i rami degli alberi quando si riflettono sui muri o sui mobili, un po' come il web "interattivo"(vedi foto comò). Mescolare forme naturali e gusto. Le imperfezioni sono l'essenza del nostro essere umani, l'errore fa parte di noi e deve entrare anche negli spazi in cui viviamo: è ciò che differenzia il movimento dalla stasi, la vita dalla morte. Quando si affronta un progetto di una casa o quando ci si confronta con un materiale nuovo, lo scopo è aggiungere vita anziché toglierla: lavorare sulle persone e sulla materia che si hanno a disposizione. Se la scelta cade sul colore bianco ad esempio, non fermiamoci al semplice candore, ma sporchiamolo con una punta di nero o di un altro colore, questo non va a modificare la sua natura. Il bianco è un colore vivo: permette di vedere le imperfezioni, di cambiare con il tempo insieme agli abitanti di quello spazio. Quando si crea, bisogna inseguire un'atmosfera, non una forma. Considerare il design contemporaneo un campo di astrazione, fatto di sfumature e accenni e soprattutto di non finito! Per esempio si può sperimentare il Corian, ovunque al mondo i designer apprezzano sempre più Corian® come un materiale in grado di aiutarli a trasformare le loro visioni in realtà. Perché è trasparente, traslucido e non definito, una materia concreta e allo stesso tempo sensibile, capace di animarsi a contatto con l'uomo e la luce.

4 commenti:

  1. Ciao myartistic, che dire, una esposizione chiara, dettagliata e convinta di un concetto
    importante che altro non è che l'essenza della ricerca di nuove linee e nuove
    sensazioni da offrire per un contesto abitativo sensibile e vivace.
    Complimenti per la fase teorica ... attenzione però ai risultati, perchè dalle fasi
    di studio escono inevitabilmente delle scorie o aborti che dir si voglia, quelli
    non vanno proposti come grandi idee o oggetti innovativi, tanto pochi capiscono di
    cosa si tratti, riempiendo così il mercato di assurdità che non fanno bene all'immagine dei designer in generale.

    Sono tornato sull'argomento e prometto che non lo farò più, in quanto girando da anni per mostre, fiere e mercati ed avendo avuto un fratello arredatore, ne ho viste veramente di tutti i colori, sono assolutamente daccordo sulla ricerca stilistica ma sempre in assoluta simbiosi con una linea che si chiama buon gusto.

    La stravaganza, l'assurdità, presentata al pubblico senza che abbia nè capo nè coda,
    tanto perchè quello è venuto fuori, speriamo di venderlo, spesso non è arte ma una
    forma di disordine mentale.

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  2. grazie gp i tuoi consigli sono sempre ben accettati... mi sembri una persona esperta e precisa, stai tranquillo che prima di buttarmi a capo fitto nel progetto myartistic, mobili artistici, sto valutando molte idee, per poi analizzarne ognuna e seguire una strada ben precisa... sono ancora in fase progettativa...

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  3. gp ma... la stravaganza non era anche il Barocco quando nacque? Se non si stravaga da ciò che esiste non si scoprono neanche strade diverse.
    Rispettando ogni punto di vista lascio però libero il mondo della creatività di stravagare quanto crede confidando nella molteplicità delle menti umane e delle esigenze.
    Fermo restando che un mobile ha pochi punti fermi, tra questi il fatto di dover stare in piedi, essere più o meno solido e consentire la funzione per la quale viene venduto. Il resto è tutto libero. Il gusto varia, anche verso il peggio ma tutto rimane molto relativo alle condizioni al contorno di cui si parla nell'incipit del post. Gli ambienti, le persone, sono interattivi e il gusto, ovvero la sensazione di complicità tra le cose, cambia con essi.
    Non credo ci sia molto da inventare oggi. E il riocorso a stravaganze appunto conferma che o si fa così o niente.
    La sfida del creativo è allora verso l'impossibile o verso la rinuncia. Quanti armadi diversi esistono in commercio? Perchè allora mettersi lì a disegnare un armadio? E lo stesso per ogni oggetto esistente.
    Ce n'è per tutti i gusti. Ce n'è già per tutti i gusti. E più gusto omologato c'è, più oggetti di quel gusto esistono. Legge di mercato: soddisfare la domanda e orientare la domanda stessa.
    La stravaganza ha invece effetto destabilizzante verso tale meccanismo infernale. La stravaganza irrompe nell'abitudine e lo fa senza porsi primariamente obbiettivi di estetica condivisa. La stravaganza è quindi strumento di discussione dialettico per la verifica dell'esistente e del possibile.
    Solo la follia consente di essere consci della propria ragione...o della propria diversità.

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  4. trovo veramente interessanti le cose scritte da gp4971...é proprio vero che il mercato é pieno di assurditá

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