31.10.08

ArtVerona arte tra comunicazione e provocazione

Considerazioni crisi finanziaria \ mercato d'arte



Si è conclusa, il 20 ottobre, l’edizione 2008 di ArtVerona, una delle più importanti fiere italiane d’arte moderna e contemporanea. In questo video da poco inserito su You Tube, alcuni operatori del settore, presenti alla manifestazione, analizzano l’andamento del mercato dell’arte. Vengono intervistati, in particolare, Stefano Stanzani di Nomisma e Pierluigi Salvatore di Arsvalue. Il primo conferma le analisi di altri esperti, secondo cui la crisi dei mercati finanziari potrebbe sortire anche qualche effetto positivo sull’andamento del mercato dell’arte, premiando la qualità e depotenziando il ruolo della pubblicità. Il secondo rileva, tra l’altro, la maggiore “resistenza” del mercato dell’arte, come dimostra il fatto che dopo l’11 settembre 2001 il primo, a differenza di quello finanziario, non subì alcun crollo.

Provocazione

Intanto alla mostra le provocazioni non mancano, singolare l’azione artistica dell'artista romano Massimo Rossetti di “rifiutarsi di esporre” presentando una tela 1,5×3metri con un dipinto cancellato da vernice bianca e con sopra impresso a olio: "Massimo Rossetti rifiuta di esporre". Un fatto politico, un’azione artistica, una provocazione che suggerisce diversi interrogativi sulla capacità stessa di critici e collezionisti di individuare e leggere un’opera d’arte. Quella di Rossetti, dunque, è un’azione artistica dura ed essenziale. Scegliendo di non esporre un quadro figurativo della sua ultima produzione, Rossetti si distacca profondamente dalle sue opere precedenti. Ma anche questa volta l’artista spinge lo spettatore ad interagire con l’opera, a interpretare il “rifiuto di esporre”, a sottrarre significato, non solo esteticamente, ma anche e soprattutto concettualmente.

Per informazioni:
www.artverona.it

Fonti: Artelab; Artsblog; Arslife;

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4 commenti:

  1. No, Massimo Rossetti non inventa nulla.
    se proprio voleva rifiutarsi di esibirsi non ci andava a quella fiera.
    E' un'esibizionista della peggior specie, privo di immaginazione e di intelletto specifico. Il suo nome campeggia bello grosso. Alla faccia di chi si rifuta di partecipare!
    Un esempio di marketing ormai logoro, che punta al nome e non alla sostanza.
    Un "nulla" che pretende di passare come esercizio intellettuale mentre latita definitivamente da ogni punto di vista.
    Una presunta alluvione che ha le dimensioni invece di un fiotto di rubinetto.
    Smettete di credere agli artisti. Smettete di abboccare alle provocazioni inutili di questi mestieranti che non sanno più come sbarcare il lunario. Smettete di pensare che gli artisti sono depositari di "inteligenze differenti o superiori". Gli artisti sono dei deficienti ammestierati. Gente che altrimenti non riuscirebbe a campare. Gente che non sa mettere in fila concetti sensati e che vive al di fuori di ogni ragione concettuale e reale.
    Smettete di credere alle loro favole. Non saprebbero neanche raccontarle. Non saprebbero neanche capire chi è Cappuccetto Rosso e chi la Nonna.
    Gli artisti sono dei paraculo istituzionalizzati, dei niente tirati su da intellettualoidi prezzolati.
    Le fiere si pagano, le gallerie si pagano. Per esporre a verona lo stand ha un prezzo. Le gallerie che partecipano alle fiere chiedono spesso soldi agli artisti per essere portati.
    E quegli artisti, quelli veri, sì, si rifiutano di parteciparvi a quelle condizioni.
    Tutto è prezzolato.
    La vera Arte sta dove non gira il soldo per definizione. Le fiere sono solo luoghi in cui si svende il culo. Maitresse, puttane, trans, casini, case chiuse fintamente aperte. Queste sono le fiere e nulla le differisce dai viali periferici dove le battone, molto più onestamente (intellettualmente parlando) offrono i loro "veri" servigi.
    Non credete agli artisti. Soprattutto a quelli che scrivono il loro nome (e basta) su uno striscione lungo 3 metri.
    Basta, basta. C'è un limite a tutto. Ci dovrebbe essere un limite (anche fisico) persino a coloro che pretendono di chiamarsi artisti. Che crepino!

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  2. ma allora si può dire che l'arte contemporanea viene "prodotta" da galleristi,critici, collezionisti, cioè solo da coloro che hanno un interesse economico ??

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  3. L'arte contemporanea viene prodotta a prescindere da ogni successivo passo dell'opera e dell'artista. Oggi molto più di un tempo in cui la produzione era quasi strettamente legata alla committenza stessa.
    I personaggi che citi sono coloro che producono la visibilità dell'arte e quindi il mercato. A parte alcuni fortunati casi di autopromozione, non ricordo alcun nome tra i grandi artisti del 900 che si sia affermato senza l'aiuto di un noto galerista o di un noto filantropo o di un noto collezionista.
    Tutta la Pop Art ad esempio è legata a Leo Castelli ed alla sua galleria. Mentre tutta l'arte povera italiana è legata a Bonito Oliva, così come la scuola romana è abbastanza legata a Trombadori ed al PCI. Cose note.
    ma l'arte, quella vera, nasce fregandosene del resto. Il problema è che gli artisti sono in gran parte come li ho descritti. Se ne salvano pochi, quelli veri.

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  4. fucsiaman ..non capisci che il solo aver commentato il "fatto" è la vittoria dell'opera. Rossetti se ti guardi le opere precedenti non è solito dipingere queste cose...anzi è definito uno dei più interessanti "pennelli" al mondo...è questa la provocazione, non la scritta di per se...cmq sono in accordo con te su mote cose!

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